giovedì 31 marzo 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini

QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA












MONIZIONE AMBIENTALE

Oggi Cristo si presenta a noi come la Luce del mondo. Lui infatti ha vinto le tenebre del cuore e illumina l’esistenza di ogni uomo. Nel battesimo, mediante la luce della Fede siamo stati liberati dalle tenebre del peccato e della morte, della paura e della disperazione, del non senso della vita e dell’ignoranza su Dio. Abbiamo conosciuto Dio e il suo Amore per noi, abbiamo scoperto il senso nuovo della vita, abbiamo sperimentato la liberazione dal peccato e dalla morte. La quaresima viene a svegliarci dal torpore dell’abitudine e dalla morte del peccato.


MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Davide, che è simbolo di Cristo, viene scelto da Dio come re e consacrato con olio in mezzo ai fratelli.
Nel battesimo anche noi siamo stati scelti e consacrati con il Crisma e siamo diventati partecipi della stessa missione regale di Cristo che consiste nel costruire il Regno di Dio nel mondo.


MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

Paolo raccomanda ai cristiani di tutti i tempi di non lasciarsi travolgere dalla tentazione di proclamarsi credenti, senza però vivere le opere della fede.
È vero che nel Battesimo siamo diventati figli della Luce, ma occorre essere svegli per non ricadere nelle tenebre dell’incredulità e del peccato.

MONIZIONE AL VANGELO

L’esperienza che il cieco nato vive a contatto con Gesù è l’esperienza che anche noi abbiamo fatto nel battesimo, e che siamo chiamati a vivere continuamente: accogliere Cristo come luce della nostra vita e fare della nostra Fede in Lui il criterio unico ed ultimo delle nostre scelte.
Lasciamoci dunque illuminare da Lui, perché la nostra vita torni ad essere luminosa, e come Chiesa manifestiamo nel mondo la luce del Signore.
Lasciamoci dunque illuminare da Lui, perché la nostra vita torni ad essere luminosa, e come Chiesa manifestiamo nel mondo la luce del Signore.

IV DOMENICA DI QUARESIMA - LAETARE (ANNO A)

LA LITURGIA DEL GIORNO
3 Aprile 2011












Colore liturgico: Viola o Rosaceo



Antifona d'ingresso

Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi.
Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza:
saziatevi dell’abbondanza
della vostra consolazione. (cf. Is 66,10-11)

Colletta

O Padre, che per mezzo del tuo Figlio
operi mirabilmente la nostra redenzione,
concedi al popolo cristiano
di affrettarsi con fede viva e generoso impegno
verso la Pasqua ormai vicina.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Sam 16,1.4.6-7.10-13)
Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele.

Dal primo libro di Samuele
In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 22)

Rit: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA (Ef 5,8-14)
Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto:
«Svégliati, tu che dormi,
risorgi dai morti
e Cristo ti illuminerà».
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 8,12)
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

VANGELO (Gv 9,1-41 (forma breve: Gv 9,1.6-9.13-17)
Andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».
Parola del Signore.

Preghiera dei fedeli

Il Signore Gesù ci ha rivelato il Padre come amore senza misura. Per questo osiamo elevare a lui le nostre preghiere, che egli ascolterà con benevolenza, chiedendogli di concederci ciò che è conforme al suo disegno provvidenziale.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa, sull’esempio del Signore Gesù, sappia essere "luce del mondo", annunciando a tutti gli uomini la verità del Vangelo e orientamenti di vita conformi al cuore di Dio, preghiamo.

2. Perché coloro che governano le nazioni sappiano discernere le vie migliori per promuovere la dignità di ogni uomo, specialmente dei più poveri e bisognosi, preghiamo.

3. Per tutti coloro che sono colpiti da invalidità o malattia, perché trovino consolazione nella Parola del Vangelo e, nella nostra vicinanza fraterna e cordiale, un segno dell’amore di Dio, preghiamo.

4. Per coloro che sono smarriti o stanchi di cercare la verità nella loro vita, perché il Signore Gesù irrompa nel loro cuore e illumini la loro mente, affinchè possano fare esperienza della bellezza dell’essere cristiani, preghiamo.

5. Per noi, perché ristorati da questa santa Eucaristia, possiamo camminare sulle strade della vita disseminando sul nostro cammino opere di giustizia, di pace, di carità fraterna, preghiamo.

O Padre, guidaci sulla via della conversione e dell’amore, perché impariamo a vivere secondo il Vangelo e nel generoso servizio del prossimo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Ti offriamo con gioia, Signore,
questi doni per il sacrificio:
aiutaci a celebrarlo con fede sincera
e a offrirlo degnamente per la salvezza del mondo.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO
Il cieco nato e Cristo luce del mondo.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Nel mistero della sua incarnazione
egli si è fatto guida dell’uomo
che camminava nelle tenebre,
per condurlo alla grande luce della fede.
Con il sacramento della rinascita
ha liberato gli schiavi dell’antico peccato
per elevarli alla dignità di figli.
Per questo mistero
il cielo e la terra intonano un canto nuovo,
e noi, uniti agli angeli,
proclamiamo con voce incessante la tua lode: Santo...

Antifona di comunione

“Il Signore ha spalmato un po’ di fango sui miei occhi:
sono andato, mi sono lavato, ho acquistato la vista,
ho creduto in Dio”. (cf. Gv 9,11)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che illumini ogni uomo
che viene in questo mondo,
fa’ risplendere su di noi la luce del tuo volto,
perché i nostri pensieri
siano sempre conformi alla tua sapienza
e possiamo amarti con cuore sincero.
Per Cristo nostro Signore.

domenica 27 marzo 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini

      TERZA DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

















                         MONIZIONE AMBIENTALE

Cristo oggi si presenta a noi come la sorgente dell’acqua della vita.
Nel giorno del nostro battesimo, bagnati da questa sorgente, siamo stati ricolmati dello Spirito di vita e di amore e siamo diventati figli liberi, riuniti nella chiesa che è il grande sacramento della comunione di Dio con gli uomini.
La Quaresima ci invita a ritornare a quella sorgente e ad imparare ad adorare il Signore in Spirito e Verità.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Durante il cammino nel deserto il popolo di Dio affaticato e provato dalle grandi difficoltà, dubita e si ribella, pur avendo visto e vissuto cose straordinarie. Dio risponde a quei lamenti con l’acqua che miracolosamente scaturisce dalla roccia, placando così la sete fisica e di più quella spirituale. Con Gesù il Signore ci ha donato l’acqua che disseta per l’eternità.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

L’acqua viva di Dio, ci dice l’apostolo Paolo, è lo Spirito di vita e di amore che scaturisce da Cristo ed arriva fino a noi per mezzo del Battesimo e degli altri sacramenti. Non può più esserci posto per la paura perché Dio ci ha amati quando eravamo peccatori, la grandezza del suo amore non potrà mai deludere nessuno.

MONIZIONE AL VANGELO

Il dialogo che Gesù ha con la Samaritana fa crescere lei e tutti noi nello spirito e nel corpo. Gesù fa passare piano, piano dall’acqua naturale a quella spirituale, dai bisogni naturali alla fede, dal Battesimo solamente ricevuto al battesimo vissuto, dall’incontro superficiale con lui all’accoglienza di lui, sorgente di acqua viva, dono di Dio che sempre ci rinnova.

mercoledì 23 marzo 2011

III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

LA LITURGIA DEL GIORNO
          26 Marzo 2011


















Colore liturgico: Viola



Antifona d'ingresso

“Quando manifesterò in voi la mia santità,
vi raccoglierò da tutta la terra;
vi aspergerò con acqua pura
e sarete purificati da tutte le vostre sozzure
e io vi darò uno spirito nuovo”, dice il Signore. (Ez 36,23-26)

Colletta

Dio misericordioso, fonte di ogni bene,
tu ci hai proposto a rimedio del peccato
il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna;
guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria
e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe,
ci sollevi la tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Es 17,3-7)
Dacci acqua da bere.

Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 94)

Rit: Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

SECONDA LETTURA (Rm 5,1-2.5-8)
L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 4,42.15)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo;
dammi dell’acqua viva, perché io non abbia più sete.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

VANGELO (Gv 4,5-42 (forma breve: Gv 4,5-15.19-26.)
Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.

 Preghiera dei fedeli

Fratelli e sorelle, preghiamo il Padre affinché colmi la sete di verità e di amore che anima il nostro cuore, donandoci lo Spirito di Cristo che sostiene la nostra speranza nel suo amore infinito.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa sappia parlare al cuore di ogni uomo, risvegliando in ciascuno il desiderio di Dio e placando la sua sete con la parola del Vangelo, preghiamo.

2. Per coloro che attingono alle fonti inquinate del peccato, perché sorga in loro la fede di Cristo e il desiderio di una conversione che li trasformi in uomini nuovi, preghiamo.

3. Perché coloro che sono emarginati e oppressi trovino nella solidarietà dei cristiani la speranza di un mondo di giustizia e di pace, preghiamo.

4. Per i sapienti e i dotti, perché assumano un atteggiamento di umiltà, riconoscendo in Cristo la vera guida verso la salvezza e l’acqua viva che disseta ogni sete di senso, preghiamo.

5. Per noi, perché ricevendo il dono di questa Eucaristia, sappiamo essere cristiani autentici e testimoni credibili dell’amore di Dio per ogni uomo, preghiamo.

Esaudisci o Padre le nostre preghiere e fa’ che, in questa Eucaristia, come la samaritana al pozzo di Sicar possiamo godere dell’acqua viva che spegne ogni sete e che zampilla per la vita eterna. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Per questo sacrificio di riconciliazione
perdona, o Padre, i nostri debiti
e donaci la forza di perdonare ai nostri fratelli.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO
La Samaritana e l’acqua viva.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Egli chiese alla Samaritana l’acqua da bere,
per farle il grande dono della fede,
e di questa fede ebbe sete così ardente
da accendere in lei la fiamma del tuo amore.
E noi ti lodiamo e ti rendiamo grazie
e, uniti agli angeli,
celebriamo la tua gloria: Santo...

Antifona di comunione

“Chi beve dell’acqua che io gli darò”,
dice il Signore,
“avrà in sé una sorgente che zampilla
fino alla vita eterna”. (Gv 4,13-14)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che ci nutri in questa vita
con il pane del cielo, pegno della tua gloria,
fa’ che manifestiamo nelle nostre opere
la realtà presente nel sacramento che celebriamo.
Per Cristo nostro Signore.

sabato 19 marzo 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini


















         II   DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA


MONIZIONE AMBIENTALE

Oggi sul monte santo il Signore Gesù si trasfigura per noi e nel suo volto risplende la gloria del Padre che ci invita ad ascoltare con fede suo Figlio.
Ascoltiamolo e seguiamolo dunque, accettando di passare attraverso la morte e l’umiliazione di noi stessi e dei nostri peccati per risorgere progressivamente a vita nuova.
Come chiesa saliamo con Gesù sul monte Tabor, il monte della trasfigurazione, e riconosciamo la presenza gloriosa del Cristo nella nostra vita, potremo allora rivelare ai fratelli il volto del Signore.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA


Abramo parte come il Signore gli ha ordinato, è il frutto della fede che diviene operosa e che trasforma la vita. Credere in Dio vuol dire lasciarsi guidare dalla sua Parola che chiama alla conversione. Lui lascia i paese, la patria, la casa, tutto il suo passato per dar vita a ciò che diventerà il segno e il luogo della storia della salvezza.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

Paolo invita l’amico Timoteo, e tutti noi, a superare ogni avvilimento e ad accettare anche le sofferenze che possono venire dall’essere veri apostoli.
È la forza di Dio che aiuta e che nessun ostacolo la può piegare.

MONIZIONE AL VANGELO

I brevi momenti della trasfigurazione aprono a Pietro, Giovanni e Giacomo, e a tutti noi, come uno spiraglio sul mistero di Gesù.
Quando si riesce anche solo a percepire vagamente che il Signore con la glorificazione di suo Figlio indica la strada per tutti noi, si vorrebbe rimanere in quello stato di grazia, non ci si vorrebbe allontanare da quell’esperienza. Quella strada è la Quaresima.

II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

LA LITURGIA DEL GIORNO
del 20 Marzo 2011




















Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso

Di te dice il mio cuore: “Cercate il suo volto”.
Il tuo volto io cerco, o Signore.
Non nascondermi il tuo volto. (Sal 27,8-9)

Colletta

O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio,
nutri la nostra fede con la tua parola
e purifica gli occhi del nostro spirito,
perché possiamo godere la visione della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gen 12,1-4)
Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.

Dal libro della Gènesi
In quei giorni, il Signore disse ad Abram:
«Vàttene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 32)
Rit: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

SECONDA LETTURA (2Tm 1,8b-10)
Dio ci chiama e ci illumina.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mc 9,7)
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Mt 17,1-9)
Il suo volto brillò come il sole

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

Fratelli e sorelle, anche noi, come Abramo, siamo stati chiamati ad abbandonare gli idoli per seguire la via della fede, tracciata dalla provvidenza divina. Chiediamo al Padre di sostenerci e di illuminare la nostra strada.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché i cristiani affaticati e stanchi trovino nella preghiera un ristoro per la loro fede, irrobustita dalla contemplazione del mistero di Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza, preghiamo.

2. Perché i potenti e i capi delle nazioni riconoscano di essere strumenti della Provvidenza e si pongano al servizio, con umiltà, degli uomini e delle donne che sono stati loro affidati, preghiamo.

3. Per coloro che si affannano nelle cose del mondo, perché lascino risuonare nel loro cuore la chiamata di Dio, e si sentano amati da lui teneramente e personalmente, preghiamo.

4. Per chi è in ricerca di un senso della vita, perché il Signore si faccia riconoscere e renda la loro esistenza un cammino di conversione e di gioia, preghiamo.

5. Perché l’incontro con Cristo, in questa Eucaristia, converta e rinnovi il nostro cuore, stimolandoci ad essere nel mondo fermento di vita nuova, preghiamo.

Esaudisci, o Padre, le nostre preghiere e trasfigura anche noi, perché possiamo essere sempre più conformi al tuo progetto di salvezza. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Questa offerta, Signore misericordioso,
ci ottenga il perdono dei nostri peccati
e ci santifichi nel corpo e nello spirito,
perché possiamo celebrare degnamente le feste pasquali.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO
La trasfigurazione annunzio della beata passione.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Egli, dopo aver dato ai discepoli
l’annunzio della sua morte,
sul santo monte manifestò la sua gloria
e chiamando a testimoni la legge e i profeti
indicò agli apostoli che solo attraverso la passione
possiamo giungere al trionfo della risurrezione.
E noi, uniti agli angeli del cielo,
acclamiamo senza fine la tua santità,
cantando l’inno di lode: Santo...

Antifona di comunione

“Questo è il mio Figlio prediletto;
nel quale mi sono compiaciuto.
Ascoltatelo”. (Mt 17,5; Mc 9,7; Lc 9,35.)

Preghiera dopo la comunione

Per la partecipazione ai tuoi gloriosi misteri
ti rendiamo fervide grazie, Signore,
perché a noi ancora pellegrini sulla terra
fai pregustare i beni del cielo.
Per Cristo nostro Signore.

venerdì 18 marzo 2011

CATECHESI SUI "DIECI COMANDAMENTI"





















                   : perché annunciare la legge del Sinai oggi?
                                       di don Fabio Rosini


Ultimamente stanno tornando di moda i Dieci Comandamenti. Articoli sulla stampa, libri, riflessioni e quant’altro, danno spazio a questa tematica. Questo è un fenomeno sorprendente se si pensa a quanto forte sia stato l’impulso, nella storia del pensiero occidentale recente, a liberarsi di ogni imposizione, di ogni legge. Arriviamo a chiederci se non sia perfino opportuno rispolverare i Dieci Comandamenti ed usarli come mezzo di annuncio a riguardo di quel destinatario specifico che sono i giovani. Esistono dei crocevia storici che rendono questo o quell’altro argomento puntuale o fuor di proposito. È questo il tempo per “tenere a mente la legge data sul monte Oreb al servo di Dio, Mosè”? (cf Mal 3,22)

Dobbiamo prendere coscienza di alcune cose. La storia dell’ultimo secolo è la prima storia fruita in modo globale; ormai da vario tempo ciò che di rilevante accade, che ne so, in Messico, è universalmente noto in poche ore. Sappiamo quello che i mezzi di comunicazione fanno sapere, e siamo sottoposti ad una cascata, ad una inondazione di informazioni. Queste informazioni sono in realtà selezionate, addomesticate, ma questo è un altro argomento.

A latere c’è un altro fenomeno strettamente collegato: la scomparsa, nelle società sviluppate, come la nostra, dell’analfabetismo. Era ieri che una parte non piccola di persone non erano in grado di leggere, anche se questo ci sembra lontanissimo nel tempo. Quindi la gente “sa” di più, i giovani in primis.

Ma cosa sanno? Sapere poco può significare sapere bene, sapere molto (nel campo divulgativo di cui stiamo parlando) è spesso sapere male, superficialmente. Qualità e quantità hanno i loro contrasti. Le persone di questo inizio millennio sanno molto e male. Esiste poi un ulteriore effetto “forchetta” fra due fenomeni culturali non piccoli. Da una parte il lungo processo di distruzione della figura paterna-autorevole, iniziato nell’illuminismo ed arrivato ad oggi. L’antipatia per l’autorità si sviluppa e cresce, via via, fino agli slogan del 1968 e alla odierna cultura individualista, anti-paterna, e quindi non-fraterna. Dall’altra parte abbiamo l’evoluzione della scienza, che mentre è epidermicamente ancora letta positivisticamente come “certezza”, ha avuto nei principi di relatività, di indeterminazione e di indecidibilità (rispettivamente di Einstein, Heisemberg e Goedel) un momento devastante di ristrutturazione ed approfondimento. Gli assiomi di una visione positivista, “certa”, della scienza, sono obsoleti.

Tiriamo le somme: io, giovane di oggi, so molte cose, assai contraddittorie e ricevute da molte fonti contrapposte. Sociologicamente non accetto le autorità, non credo nei padri, di qualsiasi genere. A livello culturale professo un relativismo evanescente, una visione del mondo a livello gassoso, tutto è vero e tutto è falso, niente è certo. È chiaro che questa è un’analisi tagliata con l’accetta, in poche righe, una generalizzazione che richiederebbe mille distinguo. Ma cerchiamo di arrivare da qualche parte e non cadiamo nei tombini degli approfondimenti sterili.

Quale è il risultato del quadretto appena disegnato? Una disperata mancanza di certezze. Questa mancanza non è quasi mai consapevole, è uno spiffero di angoscia nel fondo del cuore delle persone di oggi. La legge di gravitazione universale, che impone al mio corpo di cadere sulla sedia che mi sorregge, e di starci stabile, è anche una legge esistenziale. Per “essere” io ho bisogno di un appoggio, di una base, di un fondamento. Se qualcuno mi avverte che la sedia di cui mi sto servendo spesso si sfascia di colpo, la mia rilassatezza conosce una crisi. Così se le mie basi esistenziali, le cose certe, necessarie per assestare in una qualche maniera il mio io, sono per definizione dubitabili, relative, inaffidabili, come sto io?

La cultura dei talk-show, del dibattito, dell’esternazione di otto punti di vista contrapposti, della libertà per la libertà, specie quella di opinione, scrive nelle coscienze in via di formazione, come quelle giovanili, una confusione molto più devastante di quanto si pensi. Sarebbe il caso di approfondire, e non è questo il momento, cosa possa significare un atto di fede per soggetti addestrati in tale contesto. Richiede forse una forma di estrazione quasi fisica dall’ambito odierno.

E i Dieci Comandamenti? Dopo 200 anni di devastazioni abbiamo un uomo che per saper tanto, non sa proprio niente. Abbiamo un analfabetismo esistenziale, ogni scelta è incerta, e si vive a casaccio. Abbiamo perso le istruzioni per l’uso. Adoperiamo la vita, il corpo, l’affettività, l’amicizia, il tempo, come un elettrodomestico sconosciuto, spingiamo i bottoni a caso. La felicità sembra un incidente fortuito, e l’alchimia della vita pare ineffabile. Pecore senza pastore, che hanno rifiutato il pastore culturalmente, esistenzialmente, scientificamente.

“In quel tempo non c’era un re in Israele; ognuno faceva quel che gli pareva meglio” (Gdc 21,25). La storia, però, è provvidenziale. Tutto questo non è pura perdizione, ma occasione, questo è un ottimo punto di partenza. Anche perché la verità non è così lontana ed inarrivabile, è un uomo, il Figlio Unigenito del Padre. Il Re che ci manca. Possiamo rifiutarlo, dimenticarlo, ma ci manca, senza di Lui non sappiamo che fare; proviamo e sbagliamo, ci sembra all’inizio di stare meglio e poi scopriamo di vivere al buio. Arriva il benefico momento in cui siamo ridimensionati, ci siamo fatti male, siamo finalmente delusi dalle menzogne. E iniziamo ad essere destinatari idonei di una parola, quella di Chi diceva che sono beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Il regno dei cieli si annuncia ai poveri.

La vita ha le sue istruzioni per l’uso, ha la sua filigrana di autenticità. Noi, annunciatori, sappiamo (se lo sappiamo) che nella santa volontà del Padre c’è la nostra pace, la nostra certezza, e che esiste un uso buono delle cose. Proprio questo sono i 10 comandamenti: la via della pace, la via della sapienza. Se è vero che bisogna passare dalla Legge alla Grazia, è pur vero che l’uomo che non conosce neanche la Legge è un cieco senza punti di riferimento.

Il buon gioco dell’annuncio dei 10 comandamenti (soprattutto come radiografia di Cristo, del suo modo di pensare, della sua obbedienza al Padre e del suo amore per noi) trova la sua forza proprio nel dolore sordo di questa generazione.

C’è un “ma”. Iddio ci salvi dai toni clericali. Qui è dove si inceppa questo meccanismo della Provvidenza, perché è la parte che ci riguarda, che dipende da noi. Se il messaggio è la Sapienza del Padre, rivelata al Sinai e destinata ad ogni persona di ogni epoca, e il destinatario è questa pecora dolorante del terzo millennio, chi è l’emittente? Un moralizzatore? Un emettitore di rimandi ai “doveri”? Un espettoratore di richiami ai “valori”? Un apodittico diffusore di imperativi categorici kantiani? Un paladino dell’etica? Per amor di Dio, no!

Questi anni hanno visto il moltiplicarsi, anche in ambito ecclesiale, degli studi sui dieci comandamenti, e di conseguenza il crescere dell’interesse attorno alle ipotesi pastorali che trattino il decalogo. Ma il rischio è che ci si metta a suonare con un nuovo strumento la solita vecchia musica. La gente prima di ascoltare il contenuto di quello che si dice, ascolta la musica delle parole. E se la musica è noiosa, o, peggio, esigente, moralista, non ascolta. Molto spesso quando si è nell’occasione di ascoltare tanti predicatori odierni, si stacca l’audio e si pensa ai fatti propri.

Per essere ascoltati bisogna prima ascoltare quello spiffero di angoscia dentro di noi, saper parlare ai poveri da poveri e non da teoreti. E, magari, parlare da innamorati. Non perché lo si sappia fare. Perché lo si è. Un progetto pastorale formulato teoricamente diventa facilmente una sterile operazione di algebra ecclesiale. Dobbiamo temere un neo-moralismo. Il Cristianesimo non è un’etica. Il Cristianesimo è una persona, Cristo. I Dieci Comandamenti sono stati applicati da Dio Padre, in primis, a se stesso, e lo abbiamo visto nel corpo crocifisso del suo Figlio Unigenito. I Dieci comandamenti sono lo stile di vita di Dio.

VENERDI 18 MARZO 2011  ORE 21.00 INIZIERANNO LE CATECHESI SUI DIECI COMANDAMENTI NELLA CHIESA DI SANTA MARIA DELLA SPERANZA -VIA DON DARIO PASQUINI-OLMO-PERUGIA.



TI ASPETTIAMO



sabato 12 marzo 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini

PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A















MONIZIONE AMBIENTALE


Con il mercoledì delle ceneri abbiamo iniziato il cammino quaresimale, cammino verso la Pasqua, che ci porterà a riscoprire il nostro battesimo, e quindi il nostro essere chiesa. La Quaresima è la grande occasione per tutta la comunità cristiana di percorrere la strada della conversione, di seguire le orme del Signore, di lasciarsi rinnovare dal vangelo.

Questo è il grande ritiro spirituale di tutta la chiesa, non lasciamo passare invano la grazia di Dio, come popolo del Signore seguiamo il maestro nel deserto e riconosciamoci bisognosi.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA


Con il peccato l’uomo vuole rendersi indipendente da Dio, all’inizio ha il sapore della felicità e della libertà, ma poi produce tristezza, schiavitù e morte. Ecco perché la quaresima ci invita a lottare contro le seduzioni del male e del peccato.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

Di fronte ad Adamo, l’uomo vecchio rovinato dal peccato, c’è Cristo, l’uomo nuovo che ha vinto il peccato. Adamo con la sua superbia ha portato la morte, Cristo con la sua obbedienza ha portato la vita. Vivere la quaresima significa ridimensionare sempre più l’Adamo che è in noi e far sempre più spazio a Cristo che vive in noi dal momento del Battesimo.

MONIZIONE AL VANGELO

L’esperienza di Gesù tentato dalle forze del male ci ripropone il senso della Quaresima come tempo di prova, di lotta contro ogni seduzione da vincere con l’ascolto assiduo della Parola di Dio, tempo per fare o rifare le scelte fondamentali della vita cristiana.

mercoledì 9 marzo 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini

QUARESIMA 2011 - MERCOLEDI’ DELLE CENERI














MONIZIONE AMBIENTALE


Lasciandoci guidare dal Concilio Vaticano II riscopriamo il significato originario della Quaresima.
È il tempo di preparazione alla Pasqua, di approfondimento della fede spesso rimasta bambina, di conversione dagli idoli, di riscoperta del Battesimo che è la nostra prima Pasqua, è il grande ritiro spirituale di ogni cristiano, è un tempo nel quale Dio rende possibile l’impossibile.
È l’occasione per arrivare a celebrare la Pasqua insieme al Signore, come singoli e come comunità.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Il Signore è misericordioso e benigno sempre, ma ci sono dei tempi come quello che inizia oggi, la Quaresima, ancora più ricchi e più prosperi della misericordia e della benignità divina. Per attingere a piene mani a questo amore di Dio, da oggi la sua Parola dovrà risuonare più insistente e la preghiera, che è gemito e implorazione dei sacerdoti e di tutta la Chiesa, dovrà salire più fervida al nostro Signore e Padre.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

Paolo si considera ambasciatore di Cristo e collaboratore di Dio nel proclamare che è giunto, ed è presente adesso, il tempo della salvezza, cioè della riconciliazione con Dio. Attraverso Gesù Cristo e solo per suo merito, noi riceviamo la Grazia della Giustizia del Signore.

MONIZIONE AL VANGELO

Le nostre opere di carità, le nostre preghiere, la nostra penitenza, non devono essere proclamate all’esterno per essere ammirate e per diventare motivo di lode per noi. La sola cosa importante è lo sguardo di Dio, che vede nel segreto, e la ricompensa che viene da Lui.

CENERI

Il gesto che stiamo per compiere, la cenere che coprirà il nostro capo, significa il nostro atteggiamento di consapevolezza di essere creature limitate e imperfette di fronte la Creatore. La nostra natura è polvere, ma se convertiamo il nostro cuore a lui, saremo elevati alla sua stessa dignità.

lunedì 7 marzo 2011

Preghiera per la liturgia delle ceneri

Signore,
ecco le nostre fronti segnate dalle ceneri,
come stipiti delle porte
di coloro che tu stavi per liberare dall'Egitto.
Ecco i nostri cuori segnati dalle ceneri,
quelle delle nostre colpe
bruciate dal fuoco del tuo amore.
Ecco le nostre mani segnate dalle ceneri,
quelle delle nostre violenze
distrutte dalla tua tenerezza.
Ecco i nostri piedi segnati dalle ceneri,
quelle dei falsi idoli
dissolti al roveto ardente della Verità.
I cammini dove tu ci inviti a seguirti
sono, anch'essi, segnati dalle ceneri,
non come segno di tristezza,
ma come pegno di purezza.
La tua colonna di fuoco ha bruciato le spine:
le ceneri renderanno fertile
il terreno pietroso delle nostre aride vite.
Così segnati dalle ceneri
eccoci, Signore, pronti a seguirti
sulla via ardente che conduce alla Vita.
Lì, noi vogliamo bruciare le sovrastrutture inutili,
le parole vane, i gesti di rifiuto.
Alla chiamata della tua bruciante Parola,
noi presenteremo i nostri cuori
e ci convertiremo al Vangelo. .

CHIESA INTERPARROCCHIALE-Santa Maria della Speranza-Olmo-PG























ore 20.45 -Piazzale della Chiesa Incontro con i ragazzi del Catechismo per bruciare i rami di olivo dell'anno  
 scorso.
ore 20.15- Celebrazione della santa Messa e Imposizione delle Ceneri.
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LE SACRE CENERI  
Mercoledì 9 marzo ci recheremo in Chiesa












per celebrare le “Sacre Ceneri”.
Con questa celebrazione inizia
il periodo di Quaresima,
cioè i quaranta giorni prima della Pasqua.

Il gesto di ricevere le Sacre Ceneri sul capo,
accompagna l’invito a “convertirci e a credere nel Vangelo”.
Dobbiamo ricordarci che abbiamo sempre bisogno di ascoltare Gesù.
Lui ci parla, ci insegna a essere buoni, ad amare e aiutare gli altri.

Il Vangelo racconta che Gesù,
prima di iniziare la Sua Missione,
rimase nel deserto quaranta giorni
dove fu tentato dal diavolo.














Se non ascoltiamo Gesù,
ma diamo retta al demonio,
ci allontaniamo da Lui,
come hanno fatto Adamo ed Eva,
quando hanno disubbidito a Dio.

Durante la Quaresima, le nostre giornate dovrebbero essere diverse:
dobbiamo pensare di più a Gesù, pregare, andare a Messa,
fare un piccolo sacrificio, comportarci bene con i genitori ed i familiari,
a scuola, a catechismo.

Celebrare e ricevere le “Sacre Ceneri” mi aiuta a capire
che accostarmi al Sacramento della Riconciliazione
non mi da solo la possibilità di chiedere perdono a Gesù, ma di
sentirmi abbracciato nel Suo Perdono ed accolto nella sua Gioia.

venerdì 4 marzo 2011

IX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

LA LITURGIA DEL GIORNO-
6 Marzo 2011-


















Colore liturgico: Verde -

Antifona d'ingresso-

Volgiti a me, Signore, e abbi misericordia,
perché sono triste e angosciato;
vedi la mia miseria e la mia pena
e perdona tutti i miei peccati. (Sal 25,16.18)

Colletta

O Dio, che nella tua provvidenza
tutto disponi secondo il tuo disegno di salvezza,
allontana da noi ogni male
e dona ciò che giova al nostro vero bene.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Dt 11,18.26-28.32)

.
Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Porrete nel cuore e nell’anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi.
Vedete, io pongo oggi davanti a voi benedizione e maledizione: la benedizione, se obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, che oggi vi do; la maledizione, se non obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, e se vi allontanerete dalla via che oggi vi prescrivo, per seguire dèi stranieri, che voi non avete conosciuto.
Avrete cura di mettere in pratica tutte le leggi e le norme che oggi io pongo dinanzi a voi».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 30)

Rit: Sei tu, Signore, per me una roccia di rifugio.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Tendi a me il tuo orecchio,
vieni presto a liberarmi.

Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi.

Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore.

SECONDA LETTURA (Rm 3,21-25a.28)

 .
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, ora, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono.
Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue.
Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 15, 5)

Alleluia, alleluia.
Io sono la vite, voi i tralci,
dice il Signore;
chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto.
Alleluia.

VANGELO (Mt 7,21-27)


 + Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

La Parola di Dio ci ha richiamati all’essenza del messaggio cristiano, chiedendoci di affidarci, nella fede, a Cristo salvatore e di aderire con la vita alle sue parola. Chiediamo al Padre di aiutarci ad essere fedeli e coerenti nel vivere ciò che crediamo.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci, Signore.

1. Perché coloro che nel sociale sono investiti di autorità sappiano agire con responsabilità e impegno, consapevoli che stanno operando in nome di Dio. Preghiamo.
2. Per i catechisti e gli educatori, perché sappiano guidare le giovani generazioni alla formazione di una coscienza retta e alla coerenza di una vita vissuta nella fede. Preghiamo.
3. Per chi è immerso nel peccato, perché non si disperi e non si senta perduto, ma lasci spazio alla speranza e alla consapevolezza che il Signore lo ama ed è pronto ad accogliere il suo pentimento. Preghiamo.
4. Perché le famiglie costruiscano la loro casa sulla roccia della fede, orientando il loro stile di vita all’ideale evangelico, anche se questo comporta l’assunzione di valori e comportamenti non sempre compresi e accettati dalla gente. Preghiamo.
5. Perché la nostra comunità viva l’autenticità del messaggio cristiano senza lasciarsi sviare dalla ricerca di visibilità e di successo terreno, ma sappia essere quella comunione d’amore che è luogo privilegiato per l’incontro con Cristo. Preghiamo.

O Dio nostro rifugio, tu che sei la rupe che ci accoglie, la nostra roccia, la nostra difesa, alimenta la nostra speranza e donaci il coraggio di aderire alle tue indicazioni, ai tuoi segnali d’amore, attraverso i quali ci guidi sulle strade del mondo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Fiduciosi nella tua misericordia, Signore,
ci accostiamo con doni al tuo santo altare,
perché il mistero che ci unisce al tuo Figlio
sia per noi principio di vita nuova.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Innalzo a te il mio grido e tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me il tuo orecchio, ascolta le mie parole. (Sal 17,6)

 Preghiera dopo la comunione

O Padre, che ci hai nutriti
con il corpo e il sangue del tuo Figlio,
guidaci con il tuo Spirito,
perché non solo con le parole, ma con le opere e la vita
possiamo renderti testimonianza
e così entrare nel regno dei cieli.
Per Cristo nostro Signore.