sabato 30 maggio 2009

DOMENICA DI PENTECOSTE 2009

31 maggio 2009 Solennità di Pentecoste – Anno B Sussidio domenicale per i catechisti Prima Lettura – At 2,1-11 Salmo Responsoriale – Sal 103 Seconda Lettura - Gal 5, 16-25 Vangelo – Gv 15,26-27;16,12-15 Il contesto del vangelo La festa di Pentecoste chiude il Tempo di Pasqua e celebra ad un tempo la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e la nascita della Chiesa. Tale solennità ha conservato nella liturgia cattolica il nome antico, poiché l’avvenimento che si commemora avvenne il giorno della Pentecoste ebraica. Il cinquantesimo giorno (= pentekosté) dopo la Pasqua gli ebrei celebravano la festa di ringraziamento per la mietitura del grano e commemoravano solennemente la consegna delle tavole della Legge a Mosè sul monte Sinai. Dopo l’Ascensione del Signore, i discepoli aspettavano a Gerusalemme la venuta dello Spirito Santo che Gesù aveva loro promesso. Proprio il giorno di Pentecoste, mentre essi si trovavano riuniti insieme con la Vergine Maria in un medesimo luogo (secondo la tradizione lo stesso dove Gesù aveva istituito l’Eucarestia) lo Spirito discese su di loro e trasformò radicalmente la loro esistenza. Ripieni di Spirito Santo, i discepoli di Gesù, prima comunità del Nuovo Popolo di Dio, la Chiesa, iniziarono a testimoniare il Vangelo fino agli estremi confini della Terra. Mentre la prima Lettura della Messa del giorno riporta l’episodio di Pentecoste (At 2, 4-11), il Vangelo, mette insieme due brani relativi alla promessa dello Spirito tratti dai “discorsi di addio” di Gesù ai discepoli: Gv 15, 26-27 e 16, 12-15. Dopo la lavanda dei piedi, Gesù annuncia agli Apostoli la sua partenza, precisando che si tratta del suo ritorno al Padre e promette la venuta dello Spirito Santo che gli renderà testimonianza e che darà la forza agli Apostoli stessi di diventare suoi testimoni. I temi principali 1) La testimonianza dello Spirito “Quando verrà il Paraclito, che io invierò da presso il Padre, lo Spirito di Verità che proviene dal Padre, egli testimonierà in mio favore. Ma voi pure testimonierete, perché siete con me fin dall’inizio” (Gv 15,26-27). In questi due versetti l’evangelista Giovanni si riferisce allo Spirito Santo usando due termini diversi: “Paraclito” che esprime l’idea di assistenza, aiuto, difesa, “Spirito di Verità” che sottolinea una stretta relazione tra lo Spirito e la Verità che è Gesù stesso (“Io sono la via, la verità e la vita”, Gv 14,6). Gesù ha avvertito i discepoli delle persecuzioni a cui essi andranno incontro a causa sua ed ora intende rassicurarli che la loro fedele testimonianza sarà sorretta dalla testimonianza dello Spirito Santo che Egli stesso invierà dal Padre. Lo Spirito aiuterà i discepoli illuminando la loro coscienza, preservandoli dallo scandalo e rendendo ben salda la loro adesione alla persona del Maestro durante le persecuzioni. Proprio grazie alla testimonianza interiore dello Spirito i discepoli, testimoni qualificati di Gesù dall’inizio del suo ministero pubblico in poi, saranno a loro volta testimoni di Cristo nel mondo con la parola e la loro vita. 2) L’azione dello Spirito nei discepoli “Molte cose avrei ancora da dirvi, ma per ora non siete capaci di portarle. Quando invece sarà venuto lui, lo spirito della Verità, egli vi guiderà alla pienezza della verità” (Gv 16,12-13). Gesù vorrebbe poter rivelare ai discepoli molte altre cose, ma essi per il momento non sono in grado di comprenderle, dovranno prima ricevere lo Spirito: sarà lo Spirito a guidarli alla pienezza della Verità. Lo Spirito Santo li aiuterà a penetrare più profondamente nel mistero della Persona di Cristo, della sua parola e delle sue opere, ovvero li introdurrà ad una conoscenza e comunione più profonda con Gesù. Compito dello Spirito non è portare una rivelazione ulteriore, bensì essere il fedele interprete dello stesso ed unico Gesù: “Egli mi glorificherà perché riceverà del mio e ve lo svelerà” (Gv 16,14).

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