sabato 21 novembre 2009

Domenica 22 Novembre 2009-Festività di Cristo Re

Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Colore liturgico: Bianco
PILLOLE DI PAROLE a cura di Cristina Rossini MONIZIONE AMBIENTALE Sul fondale dell’anno liturgico che si chiude questa domenica si innalza la figura di Cristo Re, il cui trono è però la croce. Quello che oggi contempliamo non è un dio mistico e assente dalle tempeste della vita umana, anzi è colui che spinge avanti l’umanità senza armate o potenze politiche ed economiche, eppure riesce a dominare sui regni del male. Certo la storia sembra spesso un groviglio di contraddizioni e un gioco scandaloso tra superpotenze, eppure la vera regalità è scoprire al suo interno l’azione di Dio, aderire al suo progetto che è radicalmente diverso da quello di chi sceglie il proprio tornaconto, il trionfo sugli altri e non certo il regno d’amore e di verità di cui è Re Gesù Cristo. MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA
(Dn 7,13-14) Nelle visioni di Daniele compare una figura dall’aspetto apparentemente umano che proviene però dalla sfera celeste e giunge alla presenza di Dio dal quale riceve il potere regale su un regno universale ed eterno. MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA
(Ap 1,5-8) Giovanni per incoraggiare le comunità cristiane perseguitate, annuncia la venuta gloriosa del Cristo per compiere il giudizio di Dio sul mondo e per costituire il regno definitivo e perfetto che attraverso il suo sangue ingloba tutta l’umanità. Il nostro Dio è Signore di tutte le cose, Principio e Fine, è il Passato, il Presente e il Futuro e si manifesta in Gesù come l’onnipotente, colui che sconfigge tutti i nemici. MONIZIONE AL VANGELO
(Gv 18,33b-37) La regalità di Gesù si manifesta pienamente nella tragedia della passione, nell’innalzarsi nella croce come un’ascesa verso il Padre. Il suo regno non è di quaggiù, perché è privo di ogni apparato militare e di ogni logica umana. Il dialogo tra Cristo e Pilato è il confronto tra due regni contrapposti: uno che ha bisogno di fiumi di sangue di innocenti per fondarsi e rimanere stabile, l’altro che ha bisogno di adesione amorosa e che ha la sua attuazione nel sangue versato dal suo Re e Signore. Cristo è Re in quanto contrappone l’amore al potere.

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