domenica 18 settembre 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini

VENTICINQUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
                     18 SETTEMBRE 2011






MONIZIONE AMBIENTALE

Cambiare mentalità, sovvertire e sconvolgere completamente il modo di pensare e di vedere, il modo di valutare, il modo di vivere; questo ci chiede il Signore oggi.
La nostra vita, pur rispettando le logiche e le leggi umane, non può essere guidata da quelle. I nostri progetti, anche i più ambiziosi, non potranno mai raggiungere la grandezza del Progetto che Dio ha per ognuno di noi; progetto di salvezza e di felicità eterna che si concretizza solo percorrendo strade conosciute solo dal Signore, vie che noi non conosciamo, non comprendiamo e a volte cerchiamo di rifiutare.

 MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Il brano di Isaia è un canto del mistero dell’amore di Dio: il Signore, nella sua trascendenza, agisce secondo piani che la nostra piccola logica contesta. Il fidarsi di Dio comporta anche il rischio e l’attesa, l’oscurità e la domanda.
L’immensità di Dio è visibile proprio nella grandezza della misericordia e del perdono.

 MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

La comunità di Filippi a cui Paolo si rivolge è insediata in un prospero centro ellenistico collocato in una pianura fertile in prossimità di miniere d’oro e d’argento.
Oggi l’apostolo mette a confronto vita e morte alla luce del Cristo, che già riempie la sua vita terrena; ma lui comprende che morire è entrare nella pienezza della comunione con Dio.
Paolo esprime il suo combattimento interiore tra l’amore per la vita umana e il desiderio della vita eterna.

 MONIZIONE AL VANGELO

Il comportamento del protagonista della parabola evangelica è strano e irrazionale se giudicato secondo i normali criteri economici e sindacali. Il messaggio di Gesù ribalta totalmente il modo di vedere di tutti noi. La sua apertura del regno di Dio agli umili, ai peccatori e agli ultimi scandalizza gli uomini del suo tempo e continua a scandalizzare anche oggi.
Il Vangelo è un dono di Dio e non un salario per le opere; la salvezza non è una ricompensa contrattuale ma è un’iniziativa divina fatta di comunione e di amore.

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