sabato 31 dicembre 2011

25° ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO


È un bel record al giorno d'oggi riuscire a rimanere uniti per venticinque anni, direi ormai una rarità. Certo in tutti questi anni passati insieme ci saranno stati momenti stupendi e altri meno, ma proprio da quelli meno belli che bisogna prendere spunto e usarli come trampolino di lancio, poiché come da un po' di tempo credo che con l'esperienza ci si ringiovanisce, e proprio per questo che bisogna essere continuamente pronti a ripartire da zero alla scoperta di quelle emozioni ancora tutte da scoprire che devono essere un bel incentivo per proseguire il cammino verso le nozze d'oro.
Buon anniversario.

Il ringraziamento di fine anno

Domani alle ore 17.00, nella Chiesa di Santa Maria della Speranza-Olmo-Perugia e alle 18.15 alla Parrocchia di San Pietro apostolo in Chiugiana si terrà la tradizionale Santa Messa di fine anno. Sarà presieduta dal Parroco Mons. Fabio Quaresima. La Schola Cantorum della comunità interparrocchiale di "Chiugiana-Ellera-Olmo-Fontana"  animerà il canto. 
Al termine della celebrazione eucaristica i fedeli intoneranno l'antico canto di ringraziamento: “Te Deum”.
Domenica invece, primo giorno del nuovo anno e solennità di Maria madre di Dio, nella Chiesa di Santa Maria della Speranza si terrà  alle 8.30 e alle 11.00 la  S.Messa con la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace. Anche in questo caso a presiedere sarà mons. Fabio Quaresima. La Schola Cantorum animerà la Santa Messa delle 11.00.






Se guardiamo indietro, un anno è passato, 365 giorni pieni di cose che abbiamo visto, di persone che abbiamo incontrato, di esperienze che abbiamo fatto. Sono stati tutti frutti di doni che Dio ha voluto fare ad ognuno di noi. Ogni cosa bella o brutta, ogni persona buona o cattiva, ogni esperienza felice o dolorosa, se le abbiamo vissute e guardate con la mente e gli occhi di Dio, avremo capito che facevano parte del grande progetto di salvezza che il Signore conserva per tutti noi. Siamo qui questa sera per portarle tutte ai suoi piedi, per metterle tutte nelle sue mani insieme alla nostra stessa vita. Le affidiamo a Lui, quasi restituendogli i suoi stessi doni, arricchiti della nostra umanità, sapendo bene che solo Lui ne potrà fare cose grandi.

Lasciandoci guidare dal Coelet che scrive: “C’è un tempo per ridere e un tempo per piangere, c’è un tempo per seminare e un tempo per raccogliere, c’è un tempo per vivere e un tempo per morire…”vogliamo ringraziare il nostro Dio perché ci ha voluto dare ancora UN TEMPO, e se sarà stato il tempo per conoscerlo, lodarlo, amarlo di più e meglio, sarà stato un buon tempo, un anno buono.


giovedì 29 dicembre 2011

domenica 25 dicembre 2011

QUARANTORE DI ADORAZIONE



LUNEDI 26 DICEMBRE 2011
S.STEFANO MARTIRE

LOCALITA': FONTANA (Perugia)
SANTE QUARANTORE DI ADORAZIONE

S.MESSE: ore 9.00 a Fontana con Esposizione del SS.Sacramento

ore 16.00 a Fontana: S.Rosario e Vespri

ore 17.00 a Fontana: S.Messa di Chiusura

Le Quarantore sono un tempo di grazia che ci offre l’opportunità di raccoglierci davanti al Signore Gesù per essere più consapevolmente partecipi del mistero di Salvezza che Egli ha affidato alla Chiesa tutta.
Ringraziamo pertanto il Signore per il dono che riversa in noi con la Sua Presenza Eucaristica e ringraziamo anche per la speciale Comunione che, noi, Parrocchie di Racalmuto possiamo vivere attraverso questo momento di Adorazione e di Contemplazione del Mistero d’Amore racchiuso nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia.

sabato 24 dicembre 2011

NATALE DI SOLIDARIETA’:



"Aggiungi un posto a tavola"
In occasione delle feste di Natale si propone un segno particolare e significativo: accogliere un ospite a casa nostra.
Pensa a qualche persona sola. Potresti invitarla per essere tuo commensale in occasione del Natale

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini








    


                NATALE DEL SIGNORE
       25 Dicembre 2011-Messa dell’aurora
Chiesa S. Maria della Speranza -Perugia
                             ore 8,30






MONIZIONE AMBIENTALE

Natale è il Figlio di Dio che si fa uno di noi per essere la luce che sconfigge le tenebre della notte del peccato e della morte; il Natale che oggi celebriamo viene a renderci sicuri che dentro la nostra storia c’è Dio, con il Suo amore che salva, con la Sua vita che vince la morte, con la Sua presenza che illumina e da senso ad ogni avvenimento della nostra esistenza.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Il profeta Isaia trasmette il messaggio del Signore alla figlia di Sion, cioè a Gerusalemme, e a tutto il popolo di oggi. Dio si è fatto uomo, ci ha uniti a se e ci ha liberati dal peccato e dalla morte. Nessun uomo è più abbandonato a se stesso.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

S.Paolo ci insegna che è solo per la bontà di Dio che siamo salvati in Gesù Cristo. È Lui che ci regala la salvezza e la vita eterna facendoci figli di Dio e donandoci la Sua stessa vita.

MONIZIONE AL VANGELO

Mentre adoriamo con Maria il mistero del Verbo incarnato, e pieni di stupore come lei lodiamo Dio, ritroviamo in questo Natale la voglia di contemplazione e di preghiera, guardiamo ai pastori che sono un modello, loro ci insegnano come vivere il Natale, come accogliere Cristo nella nostra vita e come testimoniarlo.

domenica 18 dicembre 2011

La Storia di Sant'Anna e San Gioacchino

Secondo un'antica tradizione che risale al II secolo, ebbero questi nomi i genitori della Beata Vergine Maria. È il protovangelo di Giacomo, ad assegnarne i nomi.
Dai «Discorsi» di san Giovanni Damasceno, vescovo, “poiché doveva avvenire che la Vergine Madre di Dio nascesse da Anna, la natura non osò precedere il germe della grazia; ma rimase senza il proprio frutto perché la grazia producesse il suo”. Doveva nascere, infatti, quella primogenita dalla quale sarebbe nato il primogenito di ogni creatura «nel quale tutte le cose sussistono» (Col 1, 17).

Nei Vangeli canonici Anna non è menzionata. Ne parlano invece i vangeli apocrifi della Natività e dell’Infanzia, il più antico è il cosiddetto “Protovangelo di san Giacomo”, scritto non oltre la metà del II secolo.Il contenuto di questo protovangelo narra la storia di un uomo pio e molto ricco, Gioacchino, che abitava nei pressi di Gerusalemme ed ebbe in sposa Anna sebbene non in giovane età.

Un giorno mentre presentava le sue offerte al Tempio (come faceva ogni anno), il gran sacerdote Ruben lo fermò dicendogli: “Tu non hai il diritto di farlo per primo, perché non hai generato prole”.
Gioacchino e Anna erano sposi che si amavano veramente ma non avevano figli e ormai data l’età non ne avrebbero più avuti; secondo la mentalità ebraica del tempo, il gran sacerdote scorgeva la maledizione divina su di loro, perciò erano sterili.
 L’anziano ricco pastore, per l’amore che portava alla sua sposa, non voleva trovarsi un’altra donna per avere un figlio. Pertanto, addolorato dalle parole del gran sacerdote, si recò nell’archivio delle dodici tribù di Israele per verificare se quel che diceva Ruben corrispondesse a verità e una volta costatato che tutti gli uomini pii e osservanti avevano avuto figli, sconvolto non ebbe il coraggio di tornare a casa e si ritirò su una montagna per quaranta giorni e quaranta notti supplicando l’aiuto di Dio fra lacrime, preghiere e digiuni


Anche Anna soffriva per la sua sterilità, a ciò si aggiunse la sofferenza per questa ‘fuga’ del marito; si mise quindi in intensa preghiera chiedendo a Dio di esaudire la loro implorazione di avere un figlio.
Durante la preghiera le apparve un angelo che le annunciò: “Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo”.

Così avvenne e dopo alcuni mesi Anna partorì. Il “Protovangelo di san Giacomo” conclude: “Trascorsi i giorni necessari si purificò, diede la poppa alla bimba chiamandola Maria, ossia ‘prediletta del Signore’”.
Altri vangeli apocrifi dicono che Anna avrebbe concepito la Vergine Maria in modo miracoloso durante l’assenza del marito, ma è evidente il ricalco di un altro episodio biblico, la cui protagonista porta lo stesso nome di Anna, anch’ella sterile e che sarà prodigiosamente madre di Samuele.
Gioacchino portò di nuovo al tempio con la bimba, i suoi doni: dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia.
Nonostante che di S. Anna ci siano poche notizie e per giunta provenienti non da testi ufficiali e canonici, il suo culto è estremamente diffuso sia in Oriente che in Occidente.Quasi ogni città ha una chiesa a lei dedicata, Caserta la considera sua celeste Patrona, il nome di Anna si ripete nelle intestazioni di strade, rioni di città, cliniche e altri luoghi; alcuni Comuni portano il suo nome.
La madre della Vergine, è titolare di svariati patronati quasi tutti legati a Maria; poiché portò nel suo grembo la speranza del mondo, il suo mantello è verde, per questo in Bretagna dove le sono devotissimi, è invocata per la raccolta del fieno; poiché custodì Maria come gioiello in uno scrigno, è patrona di orefici e bottai; protegge i minatori, falegnami, carpentieri, ebanisti e tornitori.
Perché insegnò alla Vergine a pulire la casa, a cucire, tessere, è patrona dei fabbricanti di scope, dei tessitori, dei sarti, fabbricanti e commercianti di tele per la casa e biancheria.
È soprattutto patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti, è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale.
L’iconografia orientale mette in risalto rendendolo celebre, l’incontro alla porta della città, di Anna e Gioacchino che ritorna dalla montagna, noto come “l’incontro alla porta aurea” di Gerusalemme; aurea perché dorata, di cui tuttavia non ci sono notizie storiche.
I pii genitori, grati a Dio del dono ricevuto, crebbero con amore la piccola Maria, che a tre anni fu condotta al Tempio di Gerusalemme, per essere consacrata al servizio del tempio stesso, secondo la promessa fatta da entrambi, quando implorarono la grazia di un figlio.
Dopo i tre anni Gioacchino non compare più nei testi, mentre Anna è ancora menzionata in altri vangeli apocrifi successivi, che dicono visse fino all’età di ottanta anni, inoltre si dice che Anna rimasta vedova si sposò altre due volte, avendo due figli la cui progenie è considerata, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, come la “Santa Parentela” di Gesù.
Il culto di Gioacchino e di Anna si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente (anche a seguito delle numerose reliquie portate dalle Crociate); la prima manifestazione del culto in Oriente, risale al tempo di Giustiniano, che fece costruire nel 550 ca. a Costantinopoli una chiesa in onore di s. Anna.
L’affermazione del culto in Occidente fu graduale e più tarda nel tempo, la sua immagine si trova già tra i mosaici dell’arco trionfale di S. Maria Maggiore (sec. V) e tra gli affreschi di S. Maria Antiqua (sec. VII); ma il suo culto cominciò verso il X secolo a Napoli e poi man mano estendendosi in altre località, fino a raggiungere la massima diffusione nel XV secolo, al punto che papa Gregorio XIII (1502-1585), decise nel 1584 di inserire la celebrazione di s. Anna nel Messale Romano, estendendola a tutta la Chiesa; ma il suo culto fu più intenso nei Paesi dell’Europa Settentrionale anche grazie al libro di Giovanni Trithemius “Tractatus de laudibus sanctissimae Annae” (Magonza, 1494).
Gioacchino fu lasciato discretamente in disparte per lunghi secoli e poi inserito nelle celebrazioni in data diversa; Anna il 25 luglio dai Greci in Oriente e il 26 luglio dai Latini in Occidente, Gioacchino dal 1584 fu ricordato prima il 20 marzo, poi nel 1788 alla domenica dell’ottava dell’Assunta, nel 1913 si stabilì il 16 agosto, fino a ricongiungersi nel nuovo calendario liturgico, alla sua consorte il 26 luglio.
Artisti di tutti i tempi hanno raffigurato Anna spesso in gruppo, come Anna, Gioacchino e la piccola Maria oppure seduta su un’alta sedia come un’antica matrona con Maria bambina accanto, o ancora nella posa ‘trinitaria’ cioè con la Madonna e con Gesù bambino, così da indicare le tre generazioni presenti.
Dice Gesù nel Vangelo “Dai frutti conoscerete la pianta” e noi conosciamo il fiore e il frutto derivato: la Vergine Maria, Immacolata fin dal concepimento, Colei che preservata dal peccato originale sarebbe divenuta la Mamma del Figlio di Dio, la Mamma di tutta l’umanità.
Dalla santità del frutto, cioè Maria, deduciamo la santità dei suoi genitori Anna e Gioacchino, che vogliamo onorare con le nostre preghiere, ora che conosciamo qualche notizia in più della loro vita, della loro convinzione nell’affidarsi a Dio per ricevere la Grazia della maternità e dell’amore sponsale.
a cura di Carlo Mologni

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini











QUARTA DOMENICA DI AVVENTO
              18 Dicembre 2011




Monizione Ambientale

 Onoriamo in questa celebrazione la Vergine obbediente all’annuncio dell’angelo e adoriamo Cristo, il Figlio di Dio incarnato nel suo grembo. Prepariamo il presepe nei nostri cuori perché Gesù è lì che vuole abitare. Dall’inizio dei tempi il Signore ci ha fatto capire che non è nelle case di pietra che vuole vivere, ma che vuole nascere e rimanere nelle pietre vive che sono le sue creature. Imitiamo l’obbedienza di Maria, il suo SI responsabile e generoso e permettiamo così al Verbo di Dio di crescere dentro di noi con la nostra obbedienza alla volontà del Padre sulla nostra vita.


Monizione alla Prima Lettura

Davide vuole costruire un tempio, una casa al Signore. Ma Dio fa sapere a Davide, per mezzo del profeta Natan che sarà Lui stesso, il Signore, a costruire una casa a Davide cioè a dargli un casato e una discendenza sicura e grande. Tutto questo viene detto come giocando sulla stessa parola ebraica che significa sia la casa materiale che la discendenza. Dalla discendenza di Davide infatti nascerà il Messia e da Lui il popolo di Dio.

Monizione alla Seconda Lettura

San Paolo ci ricorda qual è il grande mistero, cioè il grande progetto di salvezza che Dio ha fatto per gli uomini: salvarli mediante Gesù Cristo fatto uomo; per accogliere questa salvezza occorre l’obbedienza della fede, cioè fidarsi pienamente di Dio e affidare a Gesù Cristo la nostra vita.

Monizione al Vangelo

 L’Evangelista Luca oggi ci presenta Maria, la serva fedele e vigilante, colei che ha talmente accolto la Parola di Dio nel suo cuore da diventare madre del Verbo di Dio fatto carne. Ella ha saputo riconoscere così bene la visita del Signore nella sua vita che ha avuto la gioia di portare nel suo grembo il Salvatore e di donarlo al mondo.

domenica 11 dicembre 2011

sabato 10 dicembre 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini












TERZA DOMENICA DI AVVENTO ANNO B
                  11 Dicembre 2011

MONIZIONE AMBIENTALE

Nella liturgia di oggi risuonano quattro voci, quella del profeta Isaia, quella del Battista, quella di Cristo e infine quella dell’apostolo Paolo; pur nella diversità dei loro toni e dei loro timbri, si riconoscono in un solo annuncio, il Regno di Dio. Il Natale incarna nell’uomo queste voci, ci riporta a costruire quel Regno che è già qui sulla terra e nello stesso tempo è anticipazione e prefigurazione dell’eternità.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Isaia annuncia un nuovo tempo di misericordia del Signore, un tempo di liberazione, di consolazione e di pace per tutta la comunità di Israele. Un tempo in cui il rapporto tra Dio e l’uomo si trasforma e torna ad essere un’alleanza d’amore.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

L’apostolo Paolo invita la comunità cristiana di Tessalonica e tutti noi ad un impegno morale ben preciso: la vita di ogni credente sia fondata sulla preghiera, sull’attività profetica ed esslesiale, sull’astinenza dal male, sulla santità, sulla purezza e sulla gioia.

MONIZIONE AL VANGELO

Oggi incontriamo il Battista come un testimone che depone a nome di un altro molto più grande di lui, di colui che al centro di un grande processo rivoluzionerà la storia. Giovanni è la voce che ha il compito di illustrare all’umanità la via definitiva, la persona risolutiva, la luce perfetta, il Signore che fa irruzione nell’umanità, Cristo Gesù figlio di Dio.

giovedì 8 dicembre 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini











 FESTIVITA'
DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE


MONIZIONE AMBIENTALE

Maria è redenta da Cristo in virtù della Grazia fin dal suo concepimento.
Il sacrificio della croce agisce in lei come dono sovrabbondante e singolare.
L’immacolata concezione proclama la bontà di Dio che precede ogni merito.
La madre di Cristo risponde a tutto questo con una vita totalmente aperta ad accogliere il disegno che il Signore ha voluto per lei.
La sua maternità è il compimento di quel progetto. Pur vivendo una condizione speciale, Maria è e rimane una creatura come tutti noi.

 MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Dall’inimicizia che Dio mette tra il serpente e la donna sorge la salvezza per l’umanità, essa si compirà quando il figlio della donna, Gesù, nella sua Pasqua vincerà definitivamente il peccato.

 MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

Fin dall’eternità Dio ci ha voluti suoi figli, a immagine e per opera del Figlio suo Gesù Cristo. Non è nostro merito, ma una pura grazia che progetta l’uomo per l’intimità con Dio. Questo in Maria avviene in modo del tutto speciale.

 MONIZIONE AL VANGELO

Da sempre Maria è stata immensamente amata da Dio, per questo è piena di Grazia. All’annunzio dell’angelo non si ritrae, non diffida, ascolta il piano divino e si affida alla sua potenza e alla forza del suo Spirito. Questo è il significato dell’Immacolata Concezione.

domenica 4 dicembre 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini











SECONDA DOMENICA DI AVVENTO

MOMIZIONE AMBIENTALE

Nella seconda tappa del nostro cammino di speranza incontro al Signore che viene prepariamogli la strada, apriamogli il cuore e la vita, rendiamoci disponibili all’ascolto della Parola come le folle che accorrevano da Giovanni sulle rive del Giordano. Riconosciamo anche noi che solo Gesù è il Cristo, che solo Lui può darci una vita nuova e una speranza certa. Il Signore viene ora, nel nostro tempo come un pastore pieno di bontà e di misericordia per parlare al nostro cuore e per dare consolazione alla nostra vita. Un giorno lui tornerà nella gloria per stabilire definitivamente il suo Regno di giustizia.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Il Profeta Isaia annuncia la gioia della liberazione dalla schiavitù. Anche a noi che viviamo nell’esilio del peccato e delle nostre amarezze e delusioni viene annunciato che  è finita la schiavitù e che Dio viene a salvarci. Questa buona notizia è riservata a chi ascolta la Parola del Signore e gli prepara con la conversione la strada del cuore.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

Dio ha promesso cieli nuovi e terra nuova; noi spesso siamo impazienti e vorremmo che questo si realizzasse subito e che il mondo e la società fossero subito diversi da come in realtà sono. Non dobbiamo cedere allo scoraggiamento perché anche se l’attesa è lunga Dio mantiene le sue promesse e con la sua pazienza vuol dare a tutti il tempo per rinnovarsi.

MONIZIONE AL VANGELO

Giovanni Battista, il cugino di Gesù, quello che lo conosce da prima della sua nascita, è lui che nel tempo stabilito da Dio lo annuncia a tutte le genti. È lui il messaggero, è lui che senza timore, pieno di coraggio, di forza, di pazienza grida nel deserto di ogni coscienza di convertire il cuore verso Gesù che vuole incontrarci, nascere, prendere vita dentro ognuno di noi.

giovedì 1 dicembre 2011

IL PRESEPE NELLE FAMIGLIE


Natale 2011

In tante famiglie, seguendo una bella e consolidata
tradizione, subito dopo la festa dell’Immacolata si inizia ad
allestire il Presepe, quasi per rivivere insieme a Maria quei
giorni pieni di trepidazione che precedettero la nascita di
Gesù. Costruire il Presepe in casa può rivelarsi un modo
semplice, ma efficace di presentare la fede per trasmetterla
ai propri figli. Il Presepe ci aiuta a contemplare il mistero
dell’amore di Dio che si è rivelato nella povertà e nella semplicità
della grotta di Betlemme. San Francesco d’Assisi fu
così preso dal mistero dell’Incarnazione che volle riproporlo
a Greccio nel Presepe vivente, divenendo in tal modo iniziatore
di una lunga tradizione popolare che ancor oggi conserva
il suo valore per l’evangelizzazione. Il Presepe può infatti
aiutarci a capire il segreto del vero Natale, perché parla dell’umiltà
e della bontà misericordiosa di Cristo, il quale "da
ricco che era, si è fatto povero" (2 Cor 8,9) per noi. La sua
povertà arricchisce chi l’abbraccia e il Natale reca gioia e
pace a coloro che, come i pastori a Betlemme, accolgono le
parole dell’angelo: "Questo per voi il segno: un bambino
avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc 2,12).
Questo rimane il segno, anche per noi, uomini e donne del
Duemila. Non c’è altro Natale.

BENEDETTO XVI