venerdì 31 maggio 2013

LE OMELIE DI PAPA FRANCESCO A SANTA MARTA



Con le facce da funerale non si può annunciare Gesù

del 31 Maggio 2013.


 



Lo Spirito Santo è “l’autore” della gioia cristiana e per annunciare il Vangelo è necessario avere nel cuore la gioia che dona lo Spirito di Dio. Papa Francesco lo ha ripetuto durante la Messa del mattino celebrata a Casa S. Marta.
Con lui sull’altare, vi erano oggi il cardinale Jozef Tomko, l’arcivescovo di Faridabad-Delhi, Kuriakose Bharanikulangara, e quello di Belo Horizonte, Walmor Oliveira de Azevedo. Tra i partecipanti alla Messa, un gruppo di dipendenti dei Servizi economici del Vaticano, con il direttore Sabatino Napolitano, e collaboratori delle Guardie Svizzere.
Con le facce da funerale non si può annunciare Gesù. Papa Francesco traccia una linea di demarcazione rispetto a un certo modo di intendere la vita cristiana, improntato alla tristezza. A suggerire questa riflessione sono le due letture del mattino. La prima, del profeta Sofonia, riporta l’esclamazione “Rallegrati! Grida di gioia, il Signore è in mezzo a te!”. La seconda, tratta dal Vangelo, racconta di Elisabetta e del figlio che le “esulta di gioia” nel grembo all’udire le parole di Maria – di cui il Papa, come domenica scorsa, sottolinea ancora la “fretta” con la quale si è recata in aiuto dalla cugina. Dunque, osserva Papa Francesco, “è tutto gioia, la gioia che è festa”. Eppure, prosegue, “noi cristiani non siamo tanto abituati a parlare di gioia, di allegria”, “credo che tante volte ci piacciano più le lamentele”. E invece, chi “ci dà la gioia è lo Spirito Santo”:
“E’ proprio lo Spirito che ci guida: Lui è l’autore della gioia, il Creatore della gioia. E questa gioia nello Spirito, ci dà la vera libertà cristiana. Senza gioia, noi cristiani non possiamo diventare liberi, diventiamo schiavi delle nostre tristezze. Il grande Paolo VI diceva che non si può portare avanti il Vangelo con cristiani tristi, sfiduciati, scoraggiati. Non si può. Questo atteggiamento un po’ funebre, eh? Tante volte i cristiani hanno faccia di andare più ad un corteo funebre che di andare a lodare Dio, no? E da questa gioia viene la lode, questa lode di Maria, questa lode che dice Sofonia, questa lode di Simeone, di Anna: la lode di Dio!”
E come si loda Dio? Si loda uscendo da se stessi, “gratuitamente, com’è gratuita la grazia che Lui ci dà”, spiega Papa Francesco. Il quale stimola un esame di coscienza sui modi di pregare Dio rivolgendo a chi lo ascolta questa domanda:
“’Lei che è qui a Messa, lei loda Dio o soltanto chiede a Dio e ringrazia Dio? Ma loda Dio?’. E’ una cosa nuova quella, nuova nella nostra vita spirituale. Lodare Dio, uscire da noi stessi per lodare; perdere del tempo lodando. ‘Questa Messa, che lunga s’è fatta!’. Se tu non lodi Dio, non sai quella gratuità di perdere il tempo lodando a Dio, è lunga la Messa. Ma se tu vai su questo atteggiamento della gioia, della lode a Dio, quello è bello! L’eternità sarà quello: lodare Dio! E quello non sarà noioso: sarà bellissimo! Questa gioia ci fa liberi”.
Il modello di questa lode, e di questa gioia, è ancora una volta la Madre di Gesù. “La Chiesa – ricorda Papa Francesco – la chiama “causa della nostra gioia”, Causa Nostrae Letitiae. Perché? Perché porta la gioia più grande che è Gesù”:
“Dobbiamo pregare la Madonna, perché portando Gesù ci dia la grazia della gioia, della libertà della gioia. Ci dia la grazia di lodare, di lodare con una preghiera di lode gratuita, di lode, perché Lui è degno di lode sempre. Pregare la Madonna e dirle come le dice la Chiesa: Veni, Precelsa Domina, Maria, tu nos visita, Signora, tu che sei tanto grande, visita noi e donaci la gioia!”.

(Fonte: Alessandro De Carolis per Radio Vaticana del 31 maggio 2013)

FEDE E TRADIZIONE POPOLARE

PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI

LA COPERTA DELLA FESTA



Come esistono le tovaglie della festa, gli addobbi per la festa, così “esistono” anche le coperte della festa. Oggi molte famiglie non hanno o non sanno di avere in casa le coperte delle ...feste. Ma che sono e a che servono? Tutti i novelli sposi, all’atto del matrimonio, portavano in consegna la dote, ricevuta dai genitori. Tra le tante cose utili, per ben iniziare una vita familiare, c’era anche la cosiddetta coperta della festa, questa di solito era di seta o di raso, color pastello (rosa, celeste, verdino) con ricami centrali e frange lungo il perimetro. La si esponeva al balcone o finestra di casa i giorni di festività religiose (come oggi si mettono le bandiere tricolori o bianco-rosse se vince la Nazionale o il Perugia ) ed era un atto quasi obbligatorio se la processione transitava dalla propria via di residenza. Una delle celebrazioni a cui veniva riservato l’addobbo delle grandi feste era ed è il Corpus Domini. La Chiesa, ogni anno, sessanta giorni dopo la Pasqua celebra la ricorrenza in onore dell’Eucarestia. La festa si sviluppò nel XIII secolo sotto il pontificato di papa Urbano IV. In tale giorno il Corpo di Cristo, sotto il segno sacramentale del pane, è portato in processione per le vie delle città e del proprio paese. Anche a Perugia la festività viene celebrata solennemente con una grande partecipazione di popolo. Dopo la santa Messa in Cattedrale, presieduta dal Vescovo, è portato in processione il Corpo di Cristo, sotto un baldacchino di stoffa sorretto da quattro portatori. I fedeli partecipano attivamente alla processione con il Vescovo e l’ala dei preti e dei diaconi. La folla fa da cornice e insieme si prega e si loda il Signore con canti. Così era anche qualche anno fa, solo che la partecipazione popolare era più visibile. Come già detto, i balconi erano adornati con le coperte, la gente si procurava petali di fiori che faceva cadere al passaggio del corteo; inoltre, perché non era ancora attiva l’energia elettrica pubblica, sulle ringhiere dei balconi venivano accesi dei lumi a petrolio.
Immancabile era anche l’accompagnamento musicale assicurato da bande paesane, oggi sostituite dai cori parrocchiali e diocesani. Il clima di festa veniva arricchito dalla presenza di venditori di noccioline, palloni gonfiabili e carretti di gelati al limone. Per fortuna non possiamo dire che questa festa sia stata dimenticata o ridimensionata, anzi la Diocesi di Perugia ha sempre dato risalto al Corpus Domini e la gente di Perugia ha sempre risposto con viva partecipazione di fede. Forse ciò che mancano, rispetto agli anni scorsi, sono proprio le coperte della festa.
Anche la nostra Comunità  Interparrocchiale di Chiugiana , Ellera ,Olmo e Fontana è chiamata a ritrovarsi insieme per manifestare la nostra fede nella processione del Corpus Domini .Testimoniamo pubblicamente, soprattutto nella processione per le strade del quartiere domenica mattina subito dopo la S. Messa, la nostra fede e l’adorazione a Gesù Eucarestia che interceda per noi, per le nostre famiglie, per i bambini, per i malati e per quanti vivono la solitudine dello spirito. Desidero invitare tutti alla partecipazione numerosa, non manchiamo. Soprattutto non manchino tutte le persone impegnate nelle varie attività parrocchiali, i gruppi parrocchiali e quanti in parrocchia hanno un ruolo di responsabilità nel servizio. Sia questa l’occasione di dare testimonianza di una comunità viva, unita e con un forte senso di appartenenza. Cristo Gesù ci apra alla grazia di sentirci, sia pure a vario titolo e per strade, a volte, diverse, figli dell’unico Padre che condividono la gioia di sentirsi fratelli in Lui autore e datore di comunione. A noi l’impegno di esserne testimoni con i fatti. Tutte le realtà parrocchiali si preoccupino di aiutare mettendosi in contatto con i diaconi parrocchiali a portare gli oggetti da usare durante la processione. Coloriamo con i fiori il nostro quartiere. Quando passerà Il Sacerdote con l’Ostensorio con Gesù Eucarestia, preghiamo e facciamogli festa addobbando balconi e finestre: basta veramente poco per rendere festosa la nostra parrocchia. Ma ricordiamoci tutti che la festa vera va cercata soprattutto dentro di noi, dentro i nostri cuori.

martedì 28 maggio 2013

LE OMELIE DI PAPA FRANCESCO A SANTA MARTA






Non si segue Gesù per fare carriera, la sua via è quella della Croce

del 28 Maggio 2013.
 

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L’annuncio di Gesù non è una patina, una vernice, ma va dentro al cuore e ci cambia. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha quindi ribadito che seguire Gesù non vuol dire avere più potere, perché la sua strada è quella della Croce. Alla Messa, concelebrata da mons. Rino Fisichella e mons. José Octavio Ruiz Arenas, presidente e segretario del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, hanno preso parte un gruppo di sacerdoti dello stesso dicastero e un gruppo di dipendenti della Centrale termoelettrica e del Laboratorio di falegnameria del Governatorato vaticano, accompagnati dall’ing. Pier Carlo Cuscianna, direttore dei Servizi Tecnici del Governatorato.
Quale sarà il premio che riceveremo nel seguirti? Papa Francesco ha svolto la sua omelia partendo dalla domanda che Pietro rivolge a Gesù e che, in fondo, riguarda la vita di ogni cristiano. Gesù, ha osservato il Papa, risponde che quanti lo seguiranno avranno “tante cose belle” ma “con persecuzione”. La strada del Signore, ha proseguito, “è una strada di ‘abbassamento’, una strada che finisce nella Croce”. Ecco perché, ha soggiunto, “sempre ci saranno le difficoltà”, “le persecuzioni”. Ci saranno sempre, “perché Lui ha fatto questa strada prima” di noi. E ha avvertito che “quando un cristiano non ha difficoltà nella vita – tutto va bene, tutto è bello – qualcosa non va”. Si può pensare che sia “molto amico dello spirito del mondo, della mondanità”. E questo, ha constatato, “è la tentazione propria di un cristiano”:
“Seguire Gesù sì, ma fino a un certo punto; seguire Gesù come una forma culturale: sono cristiano, ho questa cultura… Ma senza l’esigenza della vera sequela di Gesù, l’esigenza di andare sulla sua strada. Se si segue Gesù come una proposta culturale, si usa questa strada per andare più in alto, per avere più potere. E la storia della Chiesa è piena di questo, cominciando da alcuni imperatori e poi tanti governanti e tante persone, no? E anche alcuni - non voglio dire tanti ma alcuni - preti, alcuni vescovi, no? Alcuni dicono che sono tanti… ma alcuni che pensano che seguire Gesù è fare carriera”.
Il Papa ha rammentato che un tempo, “nella letteratura di due secoli fa”, a volte si usava dire che uno “da bambino aveva voglia di fare la carriera ecclesiastica”. E ha ribadito che “tanti cristiani, tentati dallo spirito del mondo, pensano che seguire Gesù è buono perché si può far carriera, si può andare avanti”. Ma questo “non è lo spirito” è, invece, l’atteggiamento di Pietro che parla di carriera e Gesù gli risponde: “Sì, ti darò tutto con persecuzione”. “Non si può togliere la Croce dalla strada di Gesù: sempre c’è”. E tuttavia, ha avvertito, questo non vuol dire che il cristiano deve farsi del male. Il cristiano “segue Gesù per amore e quando si segue Gesù per amore, l’invidia del diavolo fa tante cose”. Lo “spirito del mondo – ha osservato – non tollera questo, non tollera la testimonianza”:
“Pensate a Madre Teresa: cosa dice lo spirito del mondo di Madre Teresa? ‘Ah, la Beata Teresa è una bella donna, ha fatto tante belle cose per gli altri…’. Lo spirito del mondo mai dice che la Beata Teresa, tutti i giorni, tante ore, era in adorazione… Mai! Riduce al fare bene sociale l’attività cristiana. Come se l’esistenza cristiana fosse una vernice, una patina di cristianesimo. L’annunzio di Gesù non è una patina: l’annunzio di Gesù va alle ossa, al cuore, va dentro e ci cambia. E questo non lo tollera lo spirito del mondo, non lo tollera e per questo vengono le persecuzioni”.
Chi lascia la propria casa, la propria famiglia per seguire Gesù, ha detto ancora Papa Francesco, riceve cento volte tanto “già ora in questo tempo”. Cento volte insieme alle persecuzioni. E questo non va dimenticato:
“La sequela di Gesù è proprio questo: per amore andare con Lui, dietro di Lui: lo stesso cammino, la stessa strada. E lo spirito del mondo sarà quello che non tollererà e ci farà soffrire, ma una sofferenza come l’ha fatta Gesù. Chiediamo questa grazia: seguire Gesù nella strada che Lui ci ha fatto vedere e che Lui ci ha insegnato. Questo è bello, perché mai ci lascia soli. Mai! Sempre è con noi. Così sia”.
(Fonte: Alessandro Gisotti per Radio Vaticana del 28 maggio 2013)
 


sabato 11 maggio 2013

Settimanale "UNO E TRINO " del 12 Maggio 2013- Numero 19


Novena allo Spirito Santo


Prepariamoci alla Pentecoste con la nostra preghiera personale o insieme, chiediamo il dono dello Spirito Santo. Proponiamo questo semplice momento di preghiera nei nove giorni che precedono la celebrazione della Pentecoste.


 “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito
perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16).
cartolina


 
Ogni giorno viene proposta una intenzione di preghiera, una breve riflessione, una invocazione allo Spirito Santo e un Ave Maria.
 
I°giorno(Preghiamo“Senza lo Spirito santo, Dio è lontano, Cristo resta nel passato, il Vangelo è una lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un ricordo, e l’agire cristiano una morale di schiavi”. (Patriarca Atenagora I)
Vieni Santo Spirito, vieni fuoco dal Cielo. Vieni Spirito di Amore, insegnaci ad amare. Vieni dolce Consolatore, porta consolazione nelle piaghe più nascoste della nostra anima, là dove nessuno può consolare. Vieni Spirito di Luce, liberaci dalle gelide tenebre della notte. Vieni dolce Balsamo dell’anima, vieni a sanare, guarire, trasfigurare le piaghe più nascoste del nostro cuore. Vieni Spirito di Pace, rendici strumenti di Pace.
Ave Maria…
II° giorno (Preghiamo perché ognuno di noi venga trasformato dal Dono dello Spirito)
“Come il calore non può essere separato dal fuoco, né la luce dalla lampada, altrettanto non possono essere separati dallo Spirito la santificazione, la dispensazione della vita, la bontà e la giustizia… Come il sole illumina i corpi e si dà loro in modo diverso senza che per questo ne risulti sminuito, parimenti accade allo Spirito, il quale concede a tutti la sua grazia pur rimanendo intatto e indiviso. Illumina tutti sulla conoscenza di Dio, entusiasma i profeti, rende saggi i legislatori, consacra i sacerdoti, consolida i re, perfeziona i giusti, fa degni di onore i temperanti, elargisce il dono della santificazione, risuscita i morti, libera i prigionieri, rende figli gli stranieri. Tutto ciò egli opera per mezzo della nascita dall’alto. Trova un esattore credente ne fa un evangelista; incontra un pescatore ne fa un dotto della legge di Dio; trova un persecutore contrito ne fa un apostolo dei pagani, un eroe della fede, un vaso di elezione. Ad opera sua i deboli divengono forti, i poveri ricchi, i minori e indotti più saggi dei dotti. Paolo era debole ma, grazie alla presenza dello Spirito, i sudari del suo corpo recavano la salute a quanti li toccavano. Anche Pietro aveva un corpo debole, ma, per la grazia dello Spirito che in lui albergava, l’ombra del suo corpo allontanò la malattia dei sofferenti. Pietro e Giovanni erano poveri, non possedevano né oro né argento, tuttavia dispensavano la salute fisica che ha molto più valore dell’oro. Quel paralitico ricevette da parecchie persone del denaro, tuttavia era rimasto un mendicante; ma quando ricevette il dono da Pietro, saltò su come un cervo, lodò Iddio e cessò di fare l’accattone. Giovanni non sapeva nulla della saggezza del mondo, eppure egli disse, in virtù dello Spirito, parole alle quali nessuna saggezza può  guardare” (Basilio il Grande, Omelia sulla fede, 3)
Vieni Santo Spirito, vieni fuoco dal Cielo. Vieni Spirito di Amore, insegnaci ad amare. Vieni dolce Consolatore, porta consolazione nelle piaghe più nascoste della nostra anima, là dove nessuno può consolare. Vieni Spirito di Luce, liberaci dalle gelide tenebre della notte. Vieni dolce Balsamo dell’anima, vieni a sanare, guarire, trasfigurare le piaghe più nascoste del nostro cuore. Vieni Spirito di Pace, rendici strumenti di Pace.
Ave Maria…
III° giorno (Preghiamo perché lo Spirito illumini chi sta vivendo la morte dell’anima)
“Lo Spirito fa ascendere i cuori, guida i deboli come per mano, rende perfetti coloro che sono in cammino. Risplendendo agli occhi di chi si purifica da ogni macchia, egli lo rende spirituale, grazie alla comunione con lui. E allo stesso modo in cui i corpi limpidi e diafani, quando vengono colpiti dalla luce, diventano essi stessi luminosi e la riverberano attorno a loro in un nuovo riflesso, così anche le anime portatrici dello Spirito, e da lui illuminate, diventano esse stesse perfettamente spirituali e diffondono, a loro volta, la grazia sugli altri”. (Basilio il Grande, Trattato sullo Spirito Santo, 9, 22-23).
Vieni Santo Spirito, vieni fuoco dal Cielo. Vieni Spirito di Amore, insegnaci ad amare. Vieni dolce Consolatore, porta consolazione nelle piaghe più nascoste della nostra anima, là dove nessuno può consolare. Vieni Spirito di Luce, liberaci dalle gelide tenebre della notte. Vieni dolce Balsamo dell’anima, vieni a sanare, guarire, trasfigurare le piaghe più nascoste del nostro cuore. Vieni Spirito di Pace, rendici strumenti di Pace.
Ave Maria…
IV° giorno (Preghiamo per la conversione nostra e di chi ci è accanto)
“Come la luce, emanando un unico raggio, rischiara ogni cosa, così anche lo Spirito Santo illumina coloro che hanno occhi per vederlo: se qualcuno, infatti, non essendo in grado di percepirlo, non viene ritenuto degno della grazia, non ne attribuisca la colpa allo Spirito, bensì alla propria incredulità” (Cirillo di Gerusalemme, Catechesi battesimali, 16, 22-23).

Vieni Santo Spirito, vieni fuoco dal Cielo. Vieni Spirito di Amore, insegnaci ad amare. Vieni dolce Consolatore, porta consolazione nelle piaghe più nascoste della nostra anima, là dove nessuno può consolare. Vieni Spirito di Luce, liberaci dalle gelide tenebre della notte. Vieni dolce Balsamo dell’anima, vieni a sanare, guarire, trasfigurare le piaghe più nascoste del nostro cuore. Vieni Spirito di Pace, rendici strumenti di Pace.
Ave Maria…
V° giorno (Preghiamo per tutti i ministranti, per i missionari ed i nuovi evangelizzatori)
“Vuoi conoscere come i martiri rendono testimonianza per la virtù dello Spirito Santo? Ascolta allora quanto dice il Salvatore ai suoi discepoli: Quando vi trascineranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non datevi pensiero del modo come vi difenderete o di che cosa dovete dire, giacché lo Spirito Santo vi insegnerà, in quel momento, come bisognerà parlare (Lc 12, 11-12). Sarebbe infatti impossibile rendere testimonianza a Cristo, se non la si rendesse nello Spirito Santo. Se è vero, infatti, che nessuno è in grado di dire “Signore Gesù, se non in virtù dello Spirito Santo” (1Cor 12, 3), chi mai potrebbe offrire addirittura la propria vita per Gesù, se non nello Spirito Santo?” (Cirillo di Gerusalemme, Catechesi battesimali, 16, 19-21).
Vieni Santo Spirito, vieni fuoco dal Cielo. Vieni Spirito di Amore, insegnaci ad amare. Vieni dolce Consolatore, porta consolazione nelle piaghe più nascoste della nostra anima, là dove nessuno può consolare. Vieni Spirito di Luce, liberaci dalle gelide tenebre della notte. Vieni dolce Balsamo dell’anima, vieni a sanare, guarire, trasfigurare le piaghe più nascoste del nostro cuore. Vieni Spirito di Pace, rendici strumenti di Pace.
Ave Maria…
VI° giorno (Preghiamo perché lo Spirito di Dio scenda su tutta l’Opera di Nuovi Orizzonti e la animi di Carità)
“Abbiamo dunque lo Spirito Santo, se amiamo la chiesa: e l’amiamo se ci manteniamo inseriti nella sua unità e carità. Infatti lo stesso Apostolo, dopo aver detto che ci sono stati dati doni differenti, così come vengono distribuiti compiti diversi alle membra del corpo, continua dicendo: “Ma vi indicherò una via di gran lunga migliore” (1Cor 12, 31) e comincia a parlare della carità. Antepone la carità alle lingue nostre e degli angeli, la preferisce ai miracoli della fede, alla scienza e alla profezia: la mette perfino prima di quelle grandi opere di misericordia che consistono nel donare tutto ciò che si ha ai poveri; la preferisce da ultimo anche al martirio del corpo. A tutti questi grandi doni antepone la carità. Abbi dunque la carità e avrai tutto, perché, qualsiasi cosa tu possa avere, senza di essa nulla potrà giovarti. E per provare che la carità, di cui stiamo parlando, si riferisce allo Spirito Santo, ascolta l’Apostolo che dice: “La carità di Dio è diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato” (Rm 5, 5)”. (Agostino, Commento al vangelo di san Giovanni, 32, 8).
Vieni Santo Spirito, vieni fuoco dal Cielo. Vieni Spirito di Amore, insegnaci ad amare. Vieni dolce Consolatore, porta consolazione nelle piaghe più nascoste della nostra anima, là dove nessuno può consolare. Vieni Spirito di Luce, liberaci dalle gelide tenebre della notte. Vieni dolce Balsamo dell’anima, vieni a sanare, guarire, trasfigurare le piaghe più nascoste del nostro cuore. Vieni Spirito di Pace, rendici strumenti di Pace.
Ave Maria…
VII° giorno (Preghiamo perché lo Spirito Santo ci renda più umili)
“Tu, o anima fedele, quando nella tua fede si presenteranno misteri troppo profondi per la debole tua natura, abbi il santo coraggio e di’, non per spirito di contraddizione, ma per amore di obbedienza: Come possono darsi tali cose? La tua domanda sia preghiera, sia amore, sia pietà ed umile desiderio; non voler scrutare la maestà di Dio nella sue altezze, ma ricerca la salvezza nei mezzi salvifici di Dio, nostro Salvatore. Ed allora ti risponderà l’Angelo del gran consiglio: Quando verrà il Consolatore, che io vi manderò dal Padre, egli vi suggerirà ogni cosa e vi istruirà in tutta la verità (cfr. Gv 14, 26; 16, 13). Infatti nessuno conosce i segreti dell’ uomo se non lo spirito dell’ uomo che è in lui; così pure i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio (cfr. 1 Cor 2, 11). Affréttati dunque a essere partecipe dello Spirito Santo. Quando si invoca si fa presente, né lo si potrebbe invocare se già non fosse presente. Quando, invocato, viene, vi giunge con l’abbondanza della benedizione di Dio. E’ infatti un fiume in piena che allieta la città di Dio.
E quando sarà venuto, se ti troverà umile e tranquillo, se pure tremante davanti alle parole di Dio, riposerà su di te e ti rivelerà ciò che Dio Padre tiene nascosto ai sapienti e ai prudenti di questo mondo. Incominceranno allora a brillare nel tuo spirito quelle cose che la Sapienza poté dire in terra e ai suoi discepoli, ma che essi non potevano capire, finché non fosse venuto lo Spirito di verità, che avrebbe insegnato loro tutta la verità.” (Guglielmo di Saint – Thierry, Specchio, PL 180,384)
Vieni Santo Spirito, vieni fuoco dal Cielo. Vieni Spirito di Amore, insegnaci ad amare. Vieni dolce Consolatore, porta consolazione nelle piaghe più nascoste della nostra anima, là dove nessuno può consolare. Vieni Spirito di Luce, liberaci dalle gelide tenebre della notte. Vieni dolce Balsamo dell’anima, vieni a sanare, guarire, trasfigurare le piaghe più nascoste del nostro cuore. Vieni Spirito di Pace, rendici strumenti di Pace.
Ave Maria…
VIII° giorno (Preghiamo per avere il dono dell’unità)
“Fratelli carissimi, dobbiamo sapere che, grazie allo Spirito Santo, l’amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori (Rm 5, 5). E poiché l’amore doveva unificare la chiesa di Dio in tutto il mondo, il dono di parlare tutte le lingue, che un tempo era dato anche a una sola persona che avesse ricevuto lo Spirito Santo, ora è dato a tutta la chiesa, una in se stessa, unificata dallo Spirito. Allora, se qualcuno ci viene a dire: “Hai ricevuto lo Spirito Santo: perché non parli tutte le lingue?”, dobbiamo rispondere: “Ma è appunto quel che sto facendo, dato che appartengo al corpo stesso di Cristo che è la chiesa, e che parla tutte le lingue”. Che cosa dunque Dio ha voluto significare, con la presenza dello Spirito Santo, se non che la sua chiesa avrebbe parlato tutte le lingue?” (Fulgenzio di Ruspe, Discorsi, 8, 2-3)
Vieni Santo Spirito, vieni fuoco dal Cielo. Vieni Spirito di Amore, insegnaci ad amare. Vieni dolce Consolatore, porta consolazione nelle piaghe più nascoste della nostra anima, là dove nessuno può consolare. Vieni Spirito di Luce, liberaci dalle gelide tenebre della notte. Vieni dolce Balsamo dell’anima, vieni a sanare, guarire, trasfigurare le piaghe più nascoste del nostro cuore. Vieni Spirito di Pace, rendici strumenti di Pace.
Ave Maria…
IX° giorno (Preghiamo perché lo Spirito possa portare frutto in ognuno di noi)
“L’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 14). Nuova specie di acqua che vive e zampilla, ma zampilla solo per chi ne è degno. Per quale motivo la grazia dello Spirito è chiamata acqua? Certamente perché tutto ha bisogno dell’acqua. L’acqua è generatrice delle erbe e degli animali. L’acqua della pioggia discende dal cielo. Scende sempre allo stesso modo e forma, ma produce effetti multiformi. Altro è l’effetto prodotto nella palma, altro nella vite e così in tutte le cose, pur essendo sempre di un’unica natura e non potendo essere diversa da se stessa. La pioggia infatti non discende diversa, non cambia se stessa, ma si adatta alle esigenze degli esseri che la ricevono e diventa per ognuno di essi quel dono provvidenziale di cui abbisognano. Allo stesso modo anche lo Spirito Santo, pur essendo unico e di una sola forma e indivisibile, distribuisce ad ognuno la grazia come vuole. E come un albero inaridito, ricevendo l’acqua, torna a germogliare, così l’anima peccatrice, resa degna del dono dello Spirito Santo attraverso la penitenza, porta grappoli di giustizia. Lo Spirito appartiene ad un’unica sostanza, però, per disposizione divina e per i meriti di Cristo, opera effetti molteplici.

Infatti si serve della lingua di uno per la sapienza. Illumina la mente di un altro con la profezia. A uno conferisce il potere di scacciare i demoni, a un altro largisce il dono di interpretare le divine Scritture. Rafforza la temperanza di questo, mentre a quello insegna la misericordia. Ispira a un fedele la pratica del digiuno, ad altri forme ascetiche differenti. C’è chi da lui apprende la saggezza nelle cose temporali e chi perfino riceve da lui la forza di accettare il martirio. Nell’uno lo Spirito produce un effetto, nell’altro ne produce uno diverso, pur rimanendo sempre uguale a se stesso. Si verifica così quanto sta scritto: «A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune» (1 Cor 12, 7). Mite e lieve il suo avvento, fragrante e soave la sua presenza, leggerissimo il suo giogo. Il suo arrivo è preceduto dai raggi splendenti della luce e della scienza. Giunge come fratello e protettore. Viene infatti a salvare, a sanare, a insegnare, a esortare, a rafforzare e a consolare. Anzitutto illumina la mente di colui che lo riceve e poi, per mezzo di questi, anche degli altri. E come colui che prima si trovava nelle tenebre, all’apparire improvviso del sole riceve la luce nell’occhio del corpo e ciò che prima non vedeva, vede ora chiaramente, così anche colui che è stato ritenuto degno del dono dello Spirito Santo, viene illuminato nell’anima e, elevato al di sopra dell’uomo, vede cose che prima non conosceva. (Cirillo di Gerusalemme, Catech. 16, sullo Spirito Santo 1, 11-12. 16; PG 33, 931-935. 939-942)
Vieni Santo Spirito, vieni fuoco dal Cielo. Vieni Spirito di Amore, insegnaci ad amare. Vieni dolce Consolatore, porta consolazione nelle piaghe più nascoste della nostra anima, là dove nessuno può consolare. Vieni Spirito di Luce, liberaci dalle gelide tenebre della notte. Vieni dolce Balsamo dell’anima, vieni a sanare, guarire, trasfigurare le piaghe più nascoste del nostro cuore. Vieni Spirito di Pace, rendici strumenti di Pace.
Ave Maria…
 
(dal Portale  Ministranti OK)