lunedì 3 dicembre 2007

Chiugiana-Olmo-Fontana Samuel informatore del ministrante (Pg) IL NUOVO LEZIONARIO Oltre 100mila differenze dalla precedente edizione Con la prima domenica d’Avvento, il 2 dicembre, data di inizio del nuovo anno liturgico, entra in uso nelle chiese italiane il nuovo Lezionario, il libro dedicato alla Parola di Dio e alla sua proclamazione durante le celebrazioni liturgiche. Lo scorso 12 novembre sono stati presentati i primi tre volumi (per le celebrazioni della domenica e delle feste degli anni liturgici A, B e C). Alla luce del cammino sinodale la pubblicazione di un nuovo Lezionario per la Chiesa diocesana è da cogliere come una preziosa occasione per riscoprire il significato e il valore della Parola di Dio che nel Lezionario trova la sua interpretazione da parte di una Chiesa consapevole che, come cita l’ordinamento delle letture della Messa, «nell’ascolto della Parola di Dio si edifica e cresce la Chiesa».Una nuova edizione del Lezionario si era resa quindi necessaria dopo la nuova traduzione italiana della Bibbia, approvata dai vescovi italiani nel maggio 2002, che con un lungo lavoro di revisione sostenuto da ricerche nell’ambito degli studi biblici, consegna oggi alla comunità un testo più sicuro, più coerente, e più adatto ai tempi.Per dare più valore al libro contenente i testi sacri è stato anche interpellato il mondo dell’arte contemporanea con il coinvolgimento di 30 artisti ai quali è stato affidato il compito di “scrivere” secondo il loro stile personale (dal figurativo all’astratto), alcune pagine particolari del testo biblico.Il progetto completo, che sarà ultimato nel 2008, prevede la pubblicazione di altri sei volumi, in due gruppi di tre. Fino alla prima domenica d’Avvento del 2010 potrà essere utilizzato il vecchio Lezionario dopo di che diventerà obbligatorio l’utilizzo del nuovo. Alcune novitàTra la precedente riforma del Lezionario e la nuova edizione si possono contare oltre 100mila differenze con l’eliminazione di forme arcaiche del lessico e della sintassi e il tentativo di dare alle frasi un ritmo adatto alla proclamazione liturgica e al canto.Alcuni esempi: non ci sarà più il termine “mammona” e la famosa frase di Gesù sui “due padroni” diventa così: «Non potete servire Dio e la ricchezza», lasciando al contesto la precisazione che la ricchezza è quella ingiusta.Anche l’episodio dell’Annunciazione parte in un modo un po’ diverso. Il saluto dell’angelo a Maria, «Ti saluto piena di grazia», diventa «Rallegrati piena di grazia».Il Salmo 8, che sottolinea la dignità dell’uomo e che recitava «Hai fatto l’uomo poco meno degli angeli» d’ora in poi si proclamerà così «Hai fatto l’uomo poco meno di un Dio».Cambia anche il Padre Nostro, ma non la preghiera che abbiamo imparato fin da bambini, solo il testo evangelico di Matteo dove non si legge più «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male» ma «Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione».Anche l’esortazione di Gesù alla missionarietà, «Andate e ammaestrate tutte le nazioni», diventa «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli». a cura della comunità Giovanile Francescana di Sicilia

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