
PILLOLE DI PAROLA
a cura di Cristina Rossini
MONIZIONE AMBIENTALE
La liturgia di oggi attraverso le due dichiarazioni di Isaia “io cancello i tuoi peccati” e di Gesù “ti sono rimessi i peccati” , è il canto del perdono e della liberazione dal male fisico e sociale.
È un canto gioioso perché ha il suo segno simbolico nella guarigione del corpo.
È un perdono a cui veniamo indirizzati anche attraverso la carità dei fratelli che, come le quattro persone pronte a reggere la barella del paralitico, ci conducono a Gesù.
È un perdono che è dono supremo di Dio e del suo Cristo ma che esige anche una risposta umana di fede.
MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA
Siamo nel VI secolo a.C. il popolo di Dio si trova deportato in Babilonia, Ciro re di Persia permetterà i primi ritorni in Palestina. Per il profeta Isaia è l’inizio di una nuova era che stacca definitivamente il passato dal futuro. Dio stesso sarà a capo del corteo dei rimpatriati. La realtà più sconcertante di questa nuova stagione in cui le cose di prima impallidiscono è l’emergere prepotente dell’amore di Dio che cancella tutti i nostri peccati e non si ricorda più delle nostre colpe.
MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA
La difficile comunità di Corinto ha colpito Paolo con accuse, calunnie e ostilità, l’apostolo risponde presentando la figura del Cristo e del vero discepolo. Questi due ritratti si compendiano in una parola brevissima come un soffio, il SI. SI che vuol dire mettere la propria vita nelle mani di Dio, accogliendo pienamente la sua volontà. Ogni credente deve essere uomo del SI nel perdono, nella testimonianza e nella fede; così come lo è stato Paolo.
MONIZIONE AL VANGELO
Oggi assistiamo alla guarigione di un paralitico. Pur emergendo la dimensione corporale, che denota l’attenzione di Gesù nei confronti della sofferenza umana, è chiara la dimensione salvifica del gesto dove è tutto l’uomo ad essere liberato: il corpo dalla malattia, lo spirito dal peccato. Il potere di guarire i corpi è temporaneo e limitato, se non coinvolge l’uomo nelle più intime fibre del suo essere, nella sua umanità peccatrice. Gesù sceglie la via del perdono e ne fa intuire il primato rispetto a tutti gli altri doni.
Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:/ «Non ricordate più le cose passate,/ non pensate più alle cose antiche!// Ecco,/ io faccio una cosa nuova:/ proprio ora germoglia,/ non ve ne accorgete?// Aprirò anche nel deserto una strada,/ immetterò fiumi nella steppa.// Il popolo che io ho plasmato per me/ celebrerà le mie lodi.// Invece tu non mi hai invocato,/ o Giacobbe;/ anzi ti sei stancato di me,/ o Israele.// Tu mi hai dato molestia con i peccati,/ mi hai stancato/ con le tue iniquità.// Io,/ io cancello i tuoi misfatti/ per amore di me stesso,/ e non ricordo più i tuoi peccati».
Parola di Dio
Rit.:Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono.
Beato l’uomo che ha cura del debole: nel giorno della sventura il Signore lo libera. Il Signore veglierà su di lui, lo farà vivere beato sulla terra, non lo abbandonerà in preda ai nemici.
Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore; tu lo assisti quando giace ammalato. Io ho detto: «Pietà di me, Signore, guariscimi: contro di te ho peccato».
Per la mia integrità tu mi sostieni e mi fai stare alla tua presenza per sempre. Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre. Amen, amen.
Gesù non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì».
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli,/ Dio è testimone che la nostra parola verso di voi/ non è «sì»/ e «no».// Il Figlio di Dio,/ Gesù Cristo,/ che abbiamo annunciato tra voi,/ io,/ Silvano e Timòteo,/ non fu «sì»/ e «no»,/ ma in lui/ vi fu il «sì».// Infatti tutte le promesse di Dio in lui/ sono «sì».// Per questo/ attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen»/ per la sua gloria.// È Dio stesso che ci conferma,/ insieme a voi,/ in Cristo/ e ci ha conferito l’unzione,/ ci ha impresso il sigillo/ e ci ha dato la caparra dello Spirito/ nei nostri cuori.
+ Dal Vangelo secondo Marco
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