Giovedì dopo le Ceneri
«Se qualcuno vuol venire
dietro a Me, rinneghi se
stesso prenda la sua croce
ogni giorno e Mi segua. Chi
vorrà salvare la propria vita,
la perderà, ma chi perderà la
propria vita per Me, la
salverà. Che giova all’uomo
guadagnare il mondo intero,
se poi si perde o rovina se
stesso?» (Lc 9,23-25).
All’uomo avaro che crede di
vivere in eterno sulla terra e,
per depositare ricchezze per
il suo avvenire, lascia che i
poveri muoiano di fame, non
giova nulla, anzi sarà questo
per lui un peso per l’eternità.
Nei fratelli bisognosi
dobbiamo vedere Gesù,
l’Uomo-Dio, che si fa piccolo
e chiede da bere: «Da mihi
bibere» (Gv 4,7b).
Naturalmente Lui chiede
acqua viva, l’acqua della
grazia alla quale noi
pensiamo molto poco, perché
crediamo che la nostra
patria eterna sia questa
povera terra, piena di
guerre, di lotte fratricide, di
vendette, di odio, di
menzogne.
Dice bene Gesù, il Salvatore:
«Io non sono di questo mondo».
Cerchiamo di trascorrere
questa Quaresima
chiedendoGli perdono dei
nostri peccati. Cerchi, ciascuno
nel suo campo, di portare la
pace dove c’è cattiveria, la vita
dove c’è la morte.
Il digiuno che vuole il Figlio di
Dio deve essere soprattutto
quello della lingua, perché di
ogni parola detta inutilmente o
malamente dovremo rendere
conto a Dio nel giudizio eterno.
Cristo è l’uomo dell’equilibrio, è
il modello per ogni uomo.
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