venerdì 27 febbraio 2009

Sabato dopo le Ceneri Dal Vangelo secondo Luca: «Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi» (Lc 5,32). Ecco una grande elemosina da fare: portare la Parola di Dio in quelle anime che sono digiune, e portarle con amore alla conversione. Caro amico, camminiamo insieme da poveri peccatori, sforzandoci di migliorare la nostra vita. C’è sempre in ciascuno di noi un po’ di sonno di morte, di quella morte che fa dimenticare la vera vita. La vera vita è donazione senza rimpianto e senza risentimenti, è totale spogliamento di quel che si ha e del desiderio di ciò che si vorrebbe avere, per metterci in uno stato di totale abbandono in Colui che ci fa vivere. Vive chi opera in Dio, per Dio e con Dio. «Eccomi, Signore: nulla sono. Quello che ho è Tuo, come mio è quello che Tu hai e che i miei fratelli hanno, poiché Tu sei il Capo e noi le membra». Nessuno ritenga di essere o di avere qualcosa in più del suo fratello, anche se su questa terra gli è stata affidata la missione di amministrare i beni di Dio. Nessuno li sciupi e li distrugga, nessuno se ne impossessi e se ne valga da padrone, ma ogni uomo sia fedele custode dell’amore del Suo Signore che nella vita è pane, è bevanda, è luce. Chi più ha, più dia: nulla serbi per se stesso, affinché le sue sostanze non lo sotterrino e non divenga schiavo di esse. Il tuo spirito gioisca nell’essere figlio di un Dio che è Padre, e mai dubiti di morire di fame e di rimanere senz’acqua. Anche se le fontane fossero chiuse, anche se il grano non desse farina, il Padre che sta nei Cieli e che dal nulla ha fatto ogni cosa, sa ben mandare la manna a tempo opportuno a chi ha fede in Lui. Amico, anche se attorno a te ci sono carboni accesi per metterti alla prova, sappi che il fuoco di Cristo è più potente di quello degli uomini, e il Suo Spirito soffia dove vuole. Non seminare vendette né tramare inganni verso chi è più debole di te nel potere e nell’avere, perché ciò che conta è amare ed essere amati da Dio. «Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno di Cieli» (Mt 18,3). Il Regno dei Cieli è perciò per i piccoli, per i poveri, per gli umili, per gli incapaci, per i deboli. E chi si può chiamare un forte nella via dello spirito? «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra» (Gv 8,7). Siamo perciò tutti dei deboli; convertiamoci e amiamoci, perché il tempo passa e la resa dei conti s’avvicina.

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