Informatore Interparrocchiale di: Chiugiana-Ellera-Olmo-Fontana-Perugia email:santamariadellasperanzaperugia@gmail.com
lunedì 16 marzo 2009
MEDITIAMO INSIEME
Martedì 17 marzo - Mt 18,21-35
Allora Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: “Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?”. E Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito.
Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?
E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello”.
Signore, oggi ci parli di perdono.
Noi ti chiediamo “Quante volte dovrò perdonare al mio fratello,
se pecca contro di me?”,
come se il perdono fosse qualcosa da dare con il contagocce,
qualcosa da misurare e non sprecare.
Ma tu capovolgi il senso del perdono:
non c’è misura (settanta volte sette), non ci sono conti da fare,
non c’è limite per un cuore capace di amore.
Diecimila talenti valgono quanto cento denari,
e tu non tieni conto della gravità della colpa,
né del numero delle nostre cadute.
Signore, Tu che sulla croce
hai chiesto al Padre di perdonare chi ti stava uccidendo,
insegnaci ad avere un cuore capace di perdono sincero.
E ricordaci che nulla di ciò che viene donato va perduto:
nessun gesto, nessuno sguardo, nessuna parola di perdono.
Il corpo è un indumento sacro. (M. Graham, danzatrice)
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