giovedì 12 marzo 2009

MEDITIAMO INSIEME

Venerdi 13 Marzo 2009 In quel tempo, Gesù disse ai sommi sacerdoti e agli anziani del popolo: “Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?. Gli rispondono: “Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare”. Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta. Signore, oggi ci metti di fronte ad una Parola inquietante, ci sveli a quale follia siamo in grado di arrivare con la nostra pretesa di costruire un mondo nel quale tu non hai posto. Tu non parli solo ad Israele ma al nuovo popolo costruito sulla pietra angolare che è Gesù stesso. Siamo ancora noi la vigna di uva selvatica di cui parla Isaia, i vignaioli omicidi della parabola di Matteo (ignorare = uccidere) per aver ignorato i profeti che hai suscitato nel nostro tempo. Tu, Signore, non ti arrendi mai ma il nostro cuore indurito ci ha resi sordi ai loro richiami. Un po’ di devozionismo ci basta per mettere in pace la coscienza. Pace, giustizia, rispetto della vita, accoglienza e condivisione sono temi per discutere nei salotti buoni, per fare documenti o qualche buona azione. Al fondo, nella nostra solitudine ci stiamo bene e se qualcuno tentasse di metterci in crisi sarebbe solo un esaltato. Aiutaci, Signore, a percorrere l’umile strada della tua sequela non più da soli, ma insieme ai fratelli per diventare tralci vivi che portano frutto e perché ciò accada e noi possiamo essere acqua per l’assetato e pane per chi ha fame, fa’ che abbandoniamo le nostre logiche di possesso e ci fidiamo totalmente di Te. Allora coltiveremo la vigna che tu sogni dove nessuno sarà escluso e nessuno straniero. Se contemplo il tuo splendore, il mio viso brilla. (preghiera della Dea della fecondità, Ishtar)

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