Informatore Interparrocchiale di: Chiugiana-Ellera-Olmo-Fontana-Perugia email:santamariadellasperanzaperugia@gmail.com
giovedì 19 marzo 2009
MEDITIAMO INSIEME
Venerdì - 20 marzo 2009
Os 14,2-10;
Sal 80 - Signore, tu hai parole di vita eterna
Mc 12, 28-34
28 Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?". 29 Gesù rispose: "Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; 30 amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31 E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi". 32 Allora lo scriba gli disse: "Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; 33 amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici". 34 Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: "Non sei lontano dal regno di Dio". E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Meditiamo Insieme
Rileggiamo oggi le bellissime parole di Gesù, che costituiscono la definizione di tutto il Vangelo e di tutta la religione. Bisogna riconoscere che siamo di fronte alla sublimità della Rivelazione cristiana. Dobbiamo anche riconoscere che, se la vita di ciascuno di noi consistesse anche solo nel semplice sforzo di realizzare questi due comandi, ma lasciandosene completamente prendere e affascinare, noi saremmo santi, e il mondo sarebbe salvo. D'altronde, chi ci dà questi comandi è DIO, ossia Colui che ci conosce, sa che cosa può chiederci, e, quando ci chiede qualche cosa, ci fornisce l'abbondante forza per viverla. Ciò che Dio ci chiede è l'amore, null'altro che l'amore. Essere amato da noi, che significa in realtà essere ricambiato da noi per il continuo e grandissimo amore che egli per primo nutre nei nostri riguardi. Questa è una religione piena di fascino: non una religione di emozioni, ma la religione di una relazione seria, profonda, che assorbe tutta la nostra capacità di amare, perché amare non è altro che definire, decidere chi è l'indispensabile per noi, Colui cioè che darà la vita, Colui che darà la luce, Colui che darà il senso all'esistenza che abbiamo. Tutti, in realtà, non cerchiamo che questo: la cosa o la persona a cui poter dire: « Tu sei indispensabile per me! Tu sei il mio senso nella vita!... ». Ma questa frase è giustificata soltanto se rivolta a Dio. E Dio ci propone: « Tu mi amerai con tutto il cuore, la mente e le forze ». Chissà perché a molti uomini, a molte donne, che pure credono in Dio, pare così difficile questo comando, che è così pieno di verità, di dolcezza e di potenza? Il motivo è che, per noi credenti, è impegno prioritario; noi sappiamo che questo è il comando di Dio, e che abbiamo in noi la forza di viverlo. « Mi amerai con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze ». Spesso ci perdiamo nel nostro amor proprio che non finisce mai di avanzare pretese, di avere paure, di avere ragioni, certo tutte false, per sottrarci alla chiamata dell'amore di Dio. Questo amore investe tutti, proprio perché è divino, e perciò il secondo comando è uguale al primo: « Amerai il tuo prossimo come te stesso ». Pensiamo che cosa sarebbe la vita di tutti noi, nelle famiglie, nei gruppi, nelle comunità, la vita di questo mondo, se solo volessimo provare ad accettare sul serio questo straordinario e straordinariamente semplice comando di Dio: « Ama gli altri come ami te stesso ». Dio non ci dice che non dobbiamo amare noi stessi. Non ci dice: « Ama gli altri più di te stesso »; né ci dice: « Odia te stesso », ma con realismo sano, con il realismo della felicità per la quale siamo creati, ci dice: « Ama gli altri come ami te stesso ». In questa profonda formula è il segreto della gioia di tutti, perché amare gli altri come amiamo noi stessi, significa desiderare per loro gli stessi beni che noi abbiamo, di qualsiasi genere, non sopportare che essi siano meno contenti di noi. Questa è la radice profonda di una società felice. Se credessimo davvero che l'amore risolve ogni sorta di problemi nei rapporti umani! Se credessimo davvero che l'amore è l'unico bene che ci manca per essere uomini e donne contenti di vivere in questo mondo! Se credessimo davvero che l'amore è capace di costruire una civiltà, una cultura, una convivenza, e che proprio la sua grande assenza rende la nostra vita così ricca di morte, di dolore, di incomprensione, di confusione! « Amerai Dio con tutte le tue forze e il prossimo come te stesso ». Se ogni credente dedicasse cinque minuti della sua giornata per ripetere queste frasi di Dio, per riflettere su queste frasi e lasciare che gli illuminino il cuore, la giornata sarebbe diversa.
Perché non lo possiamo fare? Cinque minuti, cinque soli minuti di una lunga giornata, giorno per giorno, dedicati a ripeterci: « Amerai Dio con tutte le forze e il prossimo come te stesso ». La Parola di Dio lascia il suo segno; questa parola entrerebbe nel cuore, ci farebbe in quel giorno agire in maniera diversa; a poco a poco, trasformerebbe la giornata in amore, cioè in volontà di Dio. Sì, cinque minuti in una giornata per riflettere sul segreto di tutta la vita: di Dio e nostra; ora e sempre.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento